lunedì, Maggio 6, 2024
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I.M.M. “SVENDESI”

Quanto vale oggi la IMM e che interesse avrebbe la Regione Toscana nel restare nella società?

Qual’è l’attuale ruolo della società “Internazionale Marmo e Macchine Carrara s.p.a.” – da ora in poi citata come IMM – nella guida del plesso fieristico in pancia alla stessa società privata (seppur di diritto pubblico)?

Gli attuali esponenti e rappresentanti hanno dimostrato di non essere in grado di svolgere le proprie funzioni. Queste le “conquiste” da loro raggiunte:

  • Gestire fiere ed eventi collaterali che non hanno più nulla a che fare con il lapideo, visti i forti investimenti sostenuti dagli industriali di Carrara in quel di Verona (tanto da farla diventare il nuovo centro di riferimento per il commercio del settore, ndr).
  • Effettuare censimenti attraverso dati tendenziosi forniti alla Regione Toscana, che a sua volta si trova a dover legiferare su cose che non conosce. Tra queste, le quantità estratte dalle singole cave: fino a pochi anni fa i dati venivano forniti per bacino estrattivo, facendo una media. Ciò è esplicitamente vietato dal regolamento e ha permesso finora di “coprire” le varie evasioni degli industriali. Dopotutto, solo poche attività rispettano il rapporto 25% blocchi – 75% detriti sull’escavato (e questo lo dice la Regione Toscana stessa, ndr). Quindi anche il nostro amico Enrico Rossi è a conoscenza del fatto che 3/4 delle cave lavorano abusivamente. E alle quali andrebbero ritirate le concessioni.
  • Indire corsi di formazione fantasma e prendere finanziamenti tramite bandi regionali (aspetto in cui sono famigerati, ndr). E di nuovo l’amico Rossi “regge il sacco” tappandosi naso, orecchie e bocca. Un po’ come per il caso Putamorsi, che da più di un anno guida il Parco delle Apuane in solitaria o quasi (vedi Bartelletti, ndr), visto che non è stato ancora eletto un consiglio direttivo che vidimi le scelte del rieletto presidente. Di quest’ultimo va ricordato che sembrerebbe che prenda mazzette da ogni concessionario in Area Parco: parebbe che il cachet ammonti a 5.000 € al mese, da coloro ai quali Putamorsi ha elargito “indulgenze” per aggirare le norme, e continuare ad inquinare (ed evadere).
  • Perdere una professionista come Manuela Gussoni, che era a capo dell’ufficio studi di IMM stessa.
  • Affittare gratuitamente – forse – parte dei suoi capannoni a ditte da essa stessa privilegiate, che operano nell’allestimento fiere e nella ristorazione. Come ad esempio Gianin (parente del nostro caro ex sindaco di Carrara Angelo Zubbani, ndr) o MondoPi allestimenti, più altri del PD.

E quali progetti ci sono per IMM nel prossimo futuro? Ciò andrebbe chiesto al presidente Fabio Felici o al fratello Mirco che è dentro il comitato di indirizzo (insieme a Garibaldo, ndr). Fabio Felici è anche in ottimi rapporti di amicizia con il direttore di IMM Luca Figari, col quale pare abbia investito nel ristorante annesso al Bagno Firenze, preso in gestione dal fratello Mirco, in cui dirottano utenti della fiera, delegazioni e associazioni di categoria in occasione delle varie manifestazioni. Un vero e proprio magna magna.

Un focus su Luca Figari, poi, è doveroso. Trombato dalla fiera di Genova dove lavorava insieme a Laura Malavolta (oggi dirigente all’ufficio marketing della IMM senza averne alcun titolo, ndr), finisce poi alla fiera di Arezzo dove viene cacciato pochi mesi dopo per manifesta incompetenza. E solo grazie alla personale volontà di Felici approda in IMM, insieme alla Malavolta.

Ed ora analizziamo quello che diventerebbe un vero e proprio accentramento delle funzioni di controllo. Sotto gli occhi di tutti, e magari pure in buona fede per qualcuno (ingenuo, ndr).

  • Gestione dell’osservatorio sui prezzi del lapideo: ad oggi la Regione si è resa disponibile nel reperire i fondi necessari per istituire l’osservatorio del Marmo e delle pietre in tutte le sue forme, dal blocco ai lavorati, così da togliersi qualche responsabilità su di un tema spinoso. Vien da sé che si cercherà di attribuire questo compito ad IMM, o almeno queste sembrano essere le intenzioni delle amministrazioni in campo. Ci si chiede, dunque, quali siano le garanzie di tale operazione in questo contesto conflittuale e torbido.
  • Gestione del sistema di tracciabilità: se si ha una realtà come IMM, perché non affidarle anche questo? Il comune di Carrara effettuerà un bando a riguardo, ma coloro che se ne occupano hanno la competenza e conoscenza necessaria in materia? Oppure ci ritroveremo con l’ennesimo sistema tortuoso, facilmente aggirabile dai malintenzionati? La storia più recente ci dimostra come i soldi in ballo siano dei bocconi ben appetibili. La tracciabilità è deleteria per molti illeciti, per cui in diversi potrebbero avere la tentazione di provare a controllare questi percorsi… E non certo per finalità collettive.
  • Gestione del Marchio: CNA, Confartigianato, Associazioni degli industriali, Camera di Commercio, IMM. Tutti insieme appassionatamente, a mangiare allo stesso tavolo. Le Associazioni di categoria – che sempre più non rappresentano le realtà lavorative del territorio bensì pochi amici fidati, veri e propri compagni di merenda – sono tutte interessate e con le antenne belle dritte… A che pro? Per consentire alle aziende private “amiche” la gestione del marchio, e dunque veicolarlo. Le collusioni sono talmente profonde che chissenefrega dell’interesse pubblico: prima vengono le mazzette e i favori vari.
  • Gestione del laboratorio di analisi e relative emissioni di certificati CE sui materiali lapidei, un elemento sempre più necessario per commercializzare con l’estero. E un altro punto focale sul quale si sarebbe dovuto investire molto tempo fa. Oggi invece rischia – attraverso nuovi finanziamenti – di finire nel “girone infernale” della IMM e di contribuire all’accentramento del potere in mano ai soliti noti su tutta la gestione del settore lapideo.
  • Chi è il capofila del distretto tecnologico del marmo e delle pietre? IMM, ovviamente. E con tutto il suo bagaglio politico, sottinteso.
  • E chi è il presidente del comitato di indirizzo del Distretto? Garibaldo Pietro Boiardi, figlio di quell’Amedeo più noto per le truffe perpetrate ai danni della Comunione dei Beni Sociali di Vinca (di cui abbiamo già parlato qui, qui, qui e anche qui e si potrebbe proseguire, ndr). Vale la pena di ricordare che Pietro ed Amedeo gestiscono la Walton nel bacino del Sagro, e anche lì si sono macchiati di abusi e reati gravi dal punto di vista normativo, ambientale e – in taluni casi – penale. Amedeo è stato due volte sindaco di Fivizzano (in pieno conflitto di interessi, ndr) mentre era allo stesso tempo presidente della Comunione dei Beni Sociali di Vinca e proprietario della Walton(!). E’ stato presidente della Provincia – che guarda caso aveva dato poi contro al comune di Fosdinovo riguardo il transito dei mezzi pesanti – sostenendo il ricorso degli stessi Muto (in odore di criminalità organizzata, ndr) in tribunale. Socialista della prima ora, è in stretti rapporti sia con la politica Carrarina che con quella Lunigianese. È dunque un cardine tra le due realtà. Ha poi avuto rapporti diretti con i Muto di cui sopra, e non poteva mancare l’appartenenza alla loggia massonica P2 (seppure non presente negli elenchi ufficiali, ndr). Singolare, questo Amedeo Boiardi: capace di gestire rapporti tra mafia, massoneria ecclesiastica e non, imprenditori spregiudicati, politici corrotti e – giocoforza – anche pezzi dello Stato, ecc. Se ne è parlato anche qui. Solo così egli ha potuto mantenere il potere in questi anni… Anche se la musica sta cambiando, pure per i Boiardi.

Quanto vale oggi la IMM e che interesse avrebbe la Regione Toscana nel restare nella società? L’unico obiettivo che si ravvede potrebbe proprio essere quello di uscire dalla società stessa, o almeno dalla maggioranza delle stesse quote. Così facendo il valore di IMM per gli industriali non sarebbe economico, ma intrinseco.

E qual è l’unica realtà che potrebbe avere interesse e capacità finanziaria per poter entrare – magari – in quota di maggioranza nella IMM? Giusto giusto una cordata di industriali “benefattori”. Che magari faranno anche una scenetta teatrale prima di entrare. E chi meglio di Boiardi, Franchi, Rossi e tutta la brigata a venire?

Sembra quasi un piano studiato a tavolino. Dirottare la IMM verso un “finto” declino, per poi entrare come i salvatori della patria. Adottando quindi la solita politica del creare un problema per la collettività tutta. Questa andrà in panico, e in quel mentre avverranno strani “passaggi” che non verranno neppure percepiti. E poi si arriverà a proporre una soluzione funzionale proprio per coloro che hanno generato il problema.

Spacciando poi la soluzione proposta come di interesse collettivo, la collettività (nel panico) si berrà la scenetta di questi 4 industriali che investono sulla IMM per risollevarla dalle stesse ceneri sotto cui l’hanno sepolta. E saranno idolatrati dal carrarino medio, come sempre. Così facendo, gli industriali otterranno una società in grado di fare il bello ed il cattivo tempo. Essi avranno l’accentramento dei poteri e dei ruoli cardine sulle spalle di IMM. Proprio ciò che si sta indirizzando oggi, e a costo zero per giunta.

Questa è un’operazione a cui bisogna prestare attenzione perché vi è il fortissimo rischio che i controllati diventino allo stesso tempo controllori, analisti, revisori… garanti. Sarebbe la fine di tutte le piccole e medie imprese, già messe in ginocchio finora. Senza contare l’impossibilità futura per lo sviluppo di alternative sostenibili all’escavazione selvaggia in atto.

E si continuerebbe a tenere sotto scacco non il settore lapideo, ma tutto il territorio. Fino al mare.

 

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