Di Elisa Berti
Questo pomeriggio alle 17.30 si è riunita la commissione pari opportunità. All’ordine del giorno, questioni perlopiù organizzative. Si sono definite le ultime cose riguardo l’iniziativa in programma venerdì 8 maggio a proposito di mobbing e discriminazione sui luoghi di lavoro, che si terrà presso i Salotti in piazza Alberica,5 alle ore 21.00. Anche per questa iniziativa non ci saranno i manifesti, è mancata la firma digitale necessaria per partecipare alla procedura online. Il presidente Bandoni ricorda che già da settembre 2014 era stata accantonata una cifra al fine di pubblicizzare gli eventi organizzati dalla commissione che non è stata spesa proprio per questa mancanza….
A seguire il Presidente mette agli atti la lettera protocollata in data 17.04.2015 in cui veniva fatta richiesta, da parte della commissione, di prendere visione del bando in elaborazione per la trasformazione del centro “donna chiama donna” in centro antiviolenza. Nella richiesta in oggetto la presidenza si impegnava a limitare la consultazione del bando alle sole due persone del presidente e della vice presidente della commissione pari opportunità con impegno a non diffonderne i contenuti neppure all’interno della commissione. Alla richiesta non è seguita alcuna risposta formale positiva o negativa che fosse. Alcune componenti della commissione lamentano di non essere considerate neppure dal punto di vista formale. Sono più di due mesi che la Commissione pari opportunità altro non chiede che potere dare un proprio contributo circa le linee guida del bando per il centro antiviolenza. Da parte dell’Amministrazione è ritornato solo un richiamo a rammentare che la commissione non ha alcun potere e che qualsiasi decisione in merito fa capo alla sola dirigenza comunale. In quest’ottica è evidente che la commissione potrà esprimersi in merito quando il bando sarà pubblico, quindi a cose fatte. A mio avviso l’Amministrazione perde ancora una volta l’occasione di collaborare, ovvio che la competenza suprema nonché la responsabilità ultima è della dirigenza, ciò non toglie che attraverso un confronto, si sarebbe potuta palesare la volontà di concertare o quanto meno ascoltare più voci che potessero dare spunti differenti come differenti sono le anime femminili che compongono la commissione Pari Opportunità. In un’ottica di confronto aprire il dibattito sarebbe stato un segnale di vicinanza alla cittadinanza nonché un incentivo ad una maggiore partecipazione di tutti. Ancora una volta si è persa un’occasione e non sarà l’ultima.