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Scattina, ecco perché non sto più nella maggioranza

ScattinaProtagonista dell’intervento più atteso ed acclamato del consiglio comunale del 5 febbraio a Carrara, il dottor Giuseppe Scattina, consigliere di maggioranza, spiega le motivazioni che lo hanno spinto a dissociarsi dall’azione dell’amministrazione.

Lei ha preso la parola, ieri sera, dopo la lunga interruzione dovuta alle proteste del pubblico nei confronti del sindaco e dei membri della giunta presenti in sala. Proteste che han fatto anche paventare la sospensione della seduta. A calmare gli animi agitati dei cittadini è stato proprio l’annuncio del suo intervento. Era quindi previsto dai partecipanti l’esito della sua interrogazione?

No, io non avevo diffuso il contenuto del mio comunicato prima di entrare in consiglio, ma la mia posizione poteva essere facilmente intuibile perché in occasione dello sgombero dei presidianti avevo rilasciato una nota per i giornali nella quale prendevo le distanze dalle scelte del sindaco. Inoltre, già il 28 novembre, quando mi era ormai parso evidente che gli interventi dell’Amministrazione in aiuto alle zone alluvionate non producevano effetto alcuno, avevo votato contro alla richiesta di fiducia del Consiglio Comunale. So che la mia posizione è stata apprezzata dai membri dell’Assemblea Permanente, ma io non ho mai avuto contatti con loro.

Che cosa l’ha portata alla decisione di dissociarsi dalla maggioranza?

Il motivo principale sta nel bilancio che ho fatto di questi anni che hanno portato l’attuale consigliatura oltre la sua metà, nei quali, di tutto ciò che era stato proposto e, a volte, anche approvato, dal 2012 ad oggi non è stato realizzato nulla. Tra le moltissime mancanze che ho evidenziato nel mio intervento nel consiglio, sicuramente, la più importante in assoluto è la questione del marmo. Che è poi anche il problema principale di questa città la cui risoluzione porterebbe benefici a tutti gli altri settori che sono in grave crisi. Sembra un paradosso, ma le cave, che sono il bene più grande di Carrara, sono anche la sua disgrazia. E’ pazzesco, infatti, che il comune che possiede “l’oro bianco”, cioè una ricchezza unica al mondo, sia il terzo comune più indebitato d’Italia! Le cave che producono un giro commerciale di altissimo livello sono per la cittadinanza solo una voce in perdita. La strada dei marmi, che porta vantaggi solo agli addetti del settore lapideo e che per questo doveva essere sostenuta economicamente dagli industriali del marmo, ha creato un debito di 120 milioni che sta ricadendo sulla cittadinanza e che comporta la mancanza di fondi per scuole, asili nido, strutture per gli anziani, impianti pubblici e sportivi, iniziative culturali, ecc. A questo bisogna aggiungere la vergognosa questione della ex- tassa sui marmi che ha determinato un ammanco nelle casse comunali di 25 milioni di euro negli ultimi cinque anni e per la quale il sindaco ed una parte della giunta sono stati, di recente, rinviati a giudizio. Infine è necessario ricordare anche l’esistenza di una grande quantità di nero nel commercio del marmo sul quale non è mai stata fatta sufficiente chiarezza. Tutto ciò determina la concentrazione di enormi ricchezze nelle mani di pochissime cittadini e quindi la possibilità di comprare tutto e tutti per perpetuare l’attuale andamento delle cose.

Come giudica la protesta portata avanti dall’Assemblea Permanente?

Credo che la loro protesta sia giusta e basata su valide motivazioni, ma temo che alcune posizioni più estreme che, a volte, scelgono di prendere, come l‘occupazione del Comune o certi cori di insulti indirizzati ai membri della giunta, possano non essere comprese da una buona parte dei cittadini. Ci sono molti benpensanti che potrebbero non approvare alcuni comportamenti e finire per disinteressarsi della causa per quanto giusta sia. Purtroppo l’abitudine alla tranquillità ed all’immobilità è una caratteristica tipica dei carraresi anche quando le condizioni diventano sempre più negative. Sarebbe quindi molto importante riuscire a sollevare veramente tutta la cittadinanza insieme ai soliti che non si danno per vinti.

Secondo lei, sarà possibile giungere alle dimissioni della giunta?

No, non credo che si dimetteranno. Non hanno mai voluto neppure accettare un confronto con i rappresentanti del presidio né mai fatto intendere una parziale ammissione di responsabilità. L’azione dello sgombero organizzata come un attacco militare ha mostrato la loro assoluta chiusura nei confronti dei manifestanti. Sarà davvero molto difficile arrivare alle loro dimissioni.

Leggi l’articolo: La Gazzetta di Massa Carrara

 

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