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Camera di commercio di Massa Carrara: dodici indagati

camera commercio carraraLa Procura ha chiuso le indagini sulla gestione della Camera di commercio e di “satelliti” come l’ente energetico Eams della Provincia ma partecipato dalla Camera di commercio e l’Isr, l’istituto studi e ricerche.

Due i filoni principali dell’inchiesta, una quindicina gli episodi di mala gestione, per lo più riferiti a fatti che risalgono al 2011, che riguardano i vertici della Camera di commercio.

Peculato e associazione a delinquere è il reato ipotizzato dalla Procura per gli ex vertici della Camera di commercio. E in particolare per l’ex presidente Norberto Ricci, 69 anni; l’ex direttore Alberto Ravecca, 73; per l’ex segretario Alberto Beverini, 67 anni; per l’ex direttrice amministrativa Francesca Cordiviola, 47 anni.

A loro in sostanza si imputa un utilizzo improprio del denaro dell’ente camerale.

Il secondo filone di indagini chiuso dal procuratore capo Aldo Giubilaro riguarda il ruolo degli enti in alcune operazioni. Una in particolare ha destato l’attenzione delle Fiamme Gialle ed è quella del progetto Eams per la costruzione di un impianto fotovoltaico da installare sul tetto del museo del marmo di Carrara.

Quell’impianto sarebbe costato 198 mila euro ma sarebbe stato pagato dalla Camera di commercio ben 402 mila.

Indagati quindi anche i vertici dell’Eams, e in particolare Maurizio Narra, presidente del cda; Gino Fusco e Norberto Petriccioli del cda dell’Eams, il direttore generale Gianfranco Castrovinci. E ancora i componenti della giunta della Camera di commercio Gianfranco Oligeri (su cui già pende un rinvio a giudizio, ndr), Anselmo Ricci, Alessandro Caro, Andrea Ghirlanda.

Tutti gli indagati adesso avranno modo di presentare memorie difensive prima che la Procura formalizzi le richieste di rinvio a giudizio.

La scintilla delle indagini è partita dunque dall’impianto fotovoltaico strapagato secondo l’accusa da 198 mila a 402mila euro. Per far questo Norberto Ricci, Beverini, Narra, Oligeri, Caro, Ghirlanda e Anselmo Ricci avrebbero modificato il piano annuale 2011 dei lavori, inserendo nel piano la realizzazione dell’impianto fotovoltaico per il museo con il costo di 450mila euro iva esclusa. Narra, Castrovinci, Fusco e Ptericcioli avrebbero poi approvato la realizzazione dell’impianto (353mila euro, iva esclusa) e la direttrice Cordiviola avrebbe materialmente firmato la falsa determinazione prevedendo la spesa per l’installazione dell’impianto e sottoscritto, insieme a Castrovinci, il contratto.

A quel punto Eams avrebbe emesso, dal maggio 2012 al marzo 2013, alcune fatture che il presidente Norberto Ricci avrebbe liquidato e Eams riscosso per un totale di poco più di 402mila euro. Il reato di appropriazione del denaro secondo gli inquirenti si sarebbe quindi consumato nel giorno della riscossione della fattura.

Non solo fotovoltaico. C’è anche un pranzo da 1000 euro tra le spese contestate dalla Procura ai vertici della Camera di Commercio.

Ma nel mirino delle Fiamme Gialle anche i finanziamenti all’Istituto studi ricerche di 100mila euro per studi che, secondo l’accusa, ne costavano a malapena 10mila.

Una quindicina dicevamo gli episodi contestati e che dipingono un quadro a dir poco inquietante fatto di spese gonfiate, dipendenti utilizzati per affari personali, spese per prestazioni mai fatte.

Tanto che il procuratore Giubilaro era arrivato a chiedere la custodia cautelare in carcere per Norberto Ricci, Ravecca, Cordiviola e Beverini. Richiesta respinta in prima istanza dal gip Aracri, così come il tribunale del riesame di Genova ha respinto il ricorso fatto dalla procura (in sostanza, non c’era più motivo di temere un eventuale inquinamento delle prove) anche se nelle motivazioni, secondo la procura, il tribunale ha riconosciuto la validità della tesi accusatoria.

Leggi l’articolo: Il Tirreno

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