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Comune di Carrara citato in tribunale: Canone per le cave illegittimo

Nuova azione legale dei signori del marmo contro l’amministrazione comunale

CARRARA. Nei giorni in cui la procura chiudeva le indagini sulla tassa marmi – muovendo al sindaco, agli amministratori e ai rappresentanti delle categorie l’accusa di avere concordato, al ribasso, con gli industriali il livello di tassazione sul marmo – gli industriali stessi avviano un’altra offensiva contro la fiscalità sull’estrazione alle cave. Fiscalità che forse sarà a loro favorevole, ma che ritengono evidentemente illegittima.

Dodici aziende concessionarie di cave hanno citato in giudizio il Comune per ottenere dal tribunale di Massa una sentenza che li liberi dall’obbligo del pagamento del canone di concessione e del contributo regionale per l’escavazione. Considerati, appunto, illegittimi. Si tratta dell’ennesima azione legale, stavolta davanti al giudice civile, che in parte ricalca le tesi sostenute dagli industriali del marmo in ricorsi presentati davanti al Tar.

Calacata Crestola, Adolfo Corsi Srl., Escavazione Marmi Campanili, Gmc di Grassi Luciano & C. Spa, Guglielmo Vennai Spa, Apuana Marmi Srl., Fantiscritti Marmi, Marmi Rosa Ficola, La Facciata, Escavazione Marmi Tecchione, Eta Escavazione Tagliata Alta, Caro & Colombi sono le aziende – tra di esse, come si vede, ci sono alcune delle più imcave alturaportanti del settore – che, singolarmente, hanno avviato queste azioni civili. In cui chiedono il riconoscimento dell’inefficacia del Regolamento degli agri marmiferi all’articolo 10 comma 3, da cui discende la non sussistenza dell’obbligo di corrispondere per il biennio 2014-2015 il canone di concessione e il contributo regionale sull’escavazione imposto dalla Legge della Regione Toscana 78 del 1998. In subordine, le società del marmo chiedono al tribunale di dichiarare che il Comune ha determinato in modo erroneo il canone concessorio e il contributo imposto dalla Regione e di disporre un accertamento tecnico per stabilire l’autentico valore della produzione della cava e, quindi, della corretta fissazione dei tributi dovuti. I signori del marmo (meglio: 12 di loro) insomma chiedono che sia un giudice a stabilire quanto produce una cava e, di conseguenza, quanto deve pagare per poterla coltivare.

I dodici procedimenti sono già avviati, con qualche problema per il tribunale. Trattandosi di citazioni distinte, giudici diversi si troveranno a trattare argomenti del tutto simili con una moltiplicazione del lavoro. Per questo sia gli avvocati di parte industriale, sia i legali del Comune si sono trovati d’accordo nel chiedere l’unificazione dei procedimenti. Richiesta su cui deciderà il presidente del tribunale

Da Il Tirreno:

http://iltirreno.gelocal.it/massa/cronaca/2015/02/07/news/comune-di-carrara-citato-in-tribunale-canone-per-le-cave-illegittimo-1.10817889

 

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