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Il comitato: quei solleciti di Gaia non sono corretti

gaia bolletta«Egregio cliente, considerato che la Signoria vostra, nonostante i solleciti pervenuti, non ha provveduto al versamento della somma di 576 euro, relativa alle bollette scadute e non ancora pagate, Gaia Spa ha predisposto l’interruzione del servizio idrico, che sarà eseguito senza altri preavvisi. Per evitare la sospensione del servizio è necessario provvedere al pagamento entro 48 ore».

Non c’è pace per Gaia e per i suoi utenti: lettere come queste stanno arrivando a decine in questi giorni sul territorio comunale di Massa: una famiglia, alle soglie della povertà, si ritrova già da 15 giorni col contatore staccato e si approvvigiona d’acqua dalle fontane pubbliche; un’altra ingiunzione di distacco è per una famiglia con bambina di due anni che non ha pagato una bolletta di oltre 300 euro e si è vista negare la rateizzazione di Gaia, visto che la bolletta era già scaduta e nelle cassette delle lettere ci finiscono avvisi senza indirizzo, senza raccomandata, che spesso si perdono o arrivano ai destinatari sbagliati.

La denuncia formale è del comitato “Acqua alla gola”. Una di queste lettere della società è stata ritrovata proprio dal promotore del comitato Alfonso Baldi nella sua cassetta della posta: una busta di Gaia, senza l’indirizzo, che lui ha aperto pensando fosse sua. Invece ha scoperto che era l’avviso di sospensione idrica per il suo vicino di casa, che entro 48 ore dovrà pagare 576 euro, se non vuole vedersi staccata l’acqua.

«Ho trovato nella cassetta delle poste- racconta Baldi- una busta aperta, cioè con il lembo di chiusura non incollato, con l’intestazione Gaia ma senza nessun timbro. La busta era di quelle con finestrella, ma l’indirizzo del destinatario non appariva. Di conseguenza ho aperto la lettera e ho visto che era un’ingiunzione di distacco del contatore per un mio vicino di casa. Il comitato Acqua alla gola- continua Baldi- denuncia questo fatto come gravissimo, perché contro ogni legge sulla privacy e che lede la dignità umana di persone già in difficoltà. Come è possibile che una missiva così importante non venga consegnata a mano, o con raccomandata di ritorno?».

Il comitato acqua alla gola chiede al sindaco di Massa Alessandro Volpi di aprire una questione “morale “per i dirigenti di Gaia, denunciando “un’azione vergognosa al limite della legalità”.

Infine secondo il comitato, bisognerebbe rivedere anche le modalità di accesso al fondo di solidarietà, messo a disposizione da Gaia per le famiglie indigenti: «Troppo difficile accedervi, una trafila lunghissima, con passaggi obbligati dagli assistenti sociali, che mai nessuno se la sente di affrontare».

 

Leggi l’articolo: Il Tirreno

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