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«Debiti oltre la soglia del deficit», Bilancio a rischio per il Comune di Carrara

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comune presidiatoTroppi debiti, che incidono sulle entrate correnti fino al 184,8%, e una gestione finanziaria non corretta delle risorse vincolate, utilizzate spesso per effettuare spese correnti.

Sono le «irregolarità» evidenziate dalla Corte dei conti regionale nella pronuncia di accertamento del 31 marzo sul rendiconto di gestione del Comune di Carrara relativo all’anno 2013. Sono criticità che la Corte aveva evidenziato sul rendiconto del 2012 e che ancora non sono state risolte. Il dato più eclatante riguarda la capacità di indebitamento: è stato superato il limite previsto dal Testo unico degli enti locali dell’8%, inteso come il rapporto fra gli oneri finanziari (interessi passivi in pratica) e le entrate correnti, che a Carrara è invece pari all’11,02%.

«Una grave irregolarità in relazione ai principi di sana gestione finanziaria» scrive la Corte. Senza contare che il superamento del limite della capacità di indebitamento impedisce all’ente locale di contrarre nuovi mutui. Inoltre al superamento del limite si associa una «elevata incidenza dello stock del debito sulle entrate correnti pari al 184,8%». Una percentuale che, ammette la stessa Corte, è in diminuzione rispetto al 2012 ma resta «superiore al parametro di deficitarietà», per la quale la soglia sostenibile è del 150%. «Purtroppo i debiti per i mutui ci sono – commenta l’assessore al bilancio, Giuseppina Andreazzoli – ma stiamo lavorando per diminuirli e c’è già stata una riduzione significativa rispetto al passato».

La corte dei conti della Toscana mette poi nel mirino la contabilizzazione delle risorse vincolate: si tratta di risorse economiche in entrata al bilancio del Comune ma destinate, per loro stessa natura, a interventi specifici. Tuttavia la gestione delle entrate vincolate a Carrara rende difficoltoso capire quando sia stato fatto ricorso a quei fondi per spese correnti che invece non avevano nulla a che fare. Soprattutto non si riesce a far emergere le reali «situazioni deficitarie o di sofferenza della cassa». «Grave irregolarità», la definisce la Corte, e prosegue: «La gestione di cassa nel triennio 2011/2013 ha evidenziato l’impiego di anticipazioni di tesoreria non rimborsate al termine di ciascun esercizio o di fondi aventi specifica destinazione per spese di parte corrente, non ricostituiti al termine dell’esercizio».

Lo scoperto della tesoreria per le anticipazioni è stato di 4.202.100 euro nel 2013, mentre i fondi vincolati utilizzati per spese correnti non ricostituiti al termine dell’esercizio sono stati di 2.848.935 euro nel 2011, 4.694.072 euro nel 2012 e 846.442 euro nel 2013. I numeri potrebbero essere superiori visto che la gestione a bilancio delle risorse vincolate da parte del Comune di fatto rende impossibile capire se siano stati utilizzati fondi vincolati una volta che siano stati riappianati nel corso dello stesso esercizio finanziario. «Non è un vincolo perentorio della legge non utilizzare le risorse vincolate per spese correnti – conclude Andreazzoli –. Le abbiamo utilizzate perché in quel momento non generavano alcun costo per l’ente rispetto a un’anticipazione di cassa che invece avrebbe comportato oneri finanziari da pagare».

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