Carrara, Altro scandalo: Buco da 350.000 euro ad Apuafarma: sospesi due dipendenti

apuafarma“Ammanchi volontari” nel settore dei servizi cimiteriali: e la Procura apre un’indagine” (Vai all’articolo del Il Tirreno)

CARRARA. Un buco da 350.000 euro nelle casse di Apuafarma e, in particolare nel settore che riguarda la gestione dei servizi cimiteriali affidata alla società partecipata. Due dipendenti sospesi, con tanto di lettere di contestazione addebito. E una denuncia alla Procura della Repubblica, presentata dal presidente della società, Fabrizio Volpi. perchè quegli ammanchi, si parla di trecentomila euro dal 2008 ad oggi, sarebbero stati volontari. Da qui la sospensione dei due dipendenti, in attesa che la Procura, e l’indagine in corso dai primi di febbraio, faccia il loro corso.

La vicenda: il presidente scopre un buco da 350.000 euro. Fabrizio Volpi lo aveva detto subito: «Le aziende pubbliche se funzionano bene sono meglio di quelle private». Questo quanto dichiarato nel suo discorso di insediamento ai vertici di Apuafarma, nel maggio dello scorso anno. E, per tenere fede a quanto dichiarato una volta arrivato alla presidenza di Apuafarma Volpi ha punta la lente di ingrandimento sui bilanci. E ha avuto, subito, l’impressione che qualcosa non tornasse. L’impressione è stata confermata dai numeri: mancano all’appello circa 350mila euro.
L’azienda, a totale capitale pubblico, partecipata dai comuni di Carrara e Fivizzano, si occupa – per questo è nata – della gestione della farmacie, ma non solo. Anche i servizi cimiteriali sono in carico ad Apuafarma e proprio nella gestione di quei servizi sarebbero emerse alcune criticità. Problemi di gestione che hanno portato l’azienda a decidere, un paio di settimane fa, la sospensione dal lavoro di due dipendenti.

I controlli. Da quello che trapela nelle prime fasi di una vicenda delicatissima, è che a fare i controlli sui bilanci di Apuafarma sia stato proprio il presidente, Fabrizio Volpi. Lui ad accorgersi che qualcosa, in quei numeri, non andava per il verso giusto. E, soprattutto che c’era nel seno della partecipata una situazione che si trascinava da anni, almeno sette.Da qui tutta una serie di controlli incrociati che ha fatto diventare realtà quello che era stato un po’ più di un semplice sospetto da parte di Volpi. Non solo un ammanco importante, pari a 350.000 euro. Ma anche due dipendenti che si sono trovati con una bella lettera di sospensione perchè ritenuti – naturalmente su questo sta indagando la Procura – responsabili del buco nelle casse della società .

La denuncia in Procura- Un provvedimento disciplinare contro due dipendenti (tutt’ora sospesi). Ma la direzione è andata oltre e ritenendo che esistano gli estremi per sospettare ammanchi volontari, ha bussato alle porte della Procura e sporto denuncia.

Questione caldissima, quindi, su cui l’azienda chiede che sia aperta un’inchiesta per far luce sugli eventuali ammanchi nella contabilità, dal 2007 fino allo scorso anno. In particolare – questo ipotizza Apuafarma – a seguito dell’erogazione di servizi, non sarebbero stati emessi ai cittadini i dovuti documenti fiscali (scontrino o ricevuta). Sarebbe stata lasciato soltanto una “nota” che non ha alcun valore per il fisco, ma rimane nella “memoria” dell’azienda. Così alla direzione è bastato poco per verificare che tra quelle note e le fatture emesse c’era una discrepanza. Ulteriore prova il raffronto tra servizi garantiti e corrispettivi incassati: il risultato dei raffronti è l’evidenza di un buco da 350.000 euro. Adesso a far luce sulla vicenda e capire come siano spariti quei soldi sarà la Procura.

Le indagini. Il fascicolo è già sul tavolo del procuratore capo Aldo Giubilaro. L’attività di indagine è in corso e servirà a chiarire cosa sia stato a provocare quel buco da 350.000 euro e soprattutto quel fosse il modus operandi dei dipendenti che gli stessi vertici di Apuafarma hanno immediatamente sospeso una volta scoperta l’entità dell’ammanco nel bilancio societario. Un nuovo fascicolo. Una nuova indagine della Procura. E una nuova brutta pagina per Carrara. A finire nella bufera una delle società partecipate che si occupa di parecchi servizi, fra cui quelli delicatissimi dell’assistenza e dei servizi cimiteriali. O meglio due dipendenti che avrebbero fatto sparire 350.000 euro.