Allo scorso consiglio comunale ci sono state persone che non hanno potuto partecipare come gli altri. Hanno dovuto farlo da un angolino, quasi sulla soglia, stretti tra la scrivania della giunta e i banchi della minoranza, perché da decenni manca una pedana che permetta a chi si trova su una sedia a rotelle di raggiungere la platea.
Questa situazione é lesiva della dignità umana. Si tratta di una discriminazione inaccettabile, umiliante, che esaspera gli animi di chi la subisce e di chi ne condivide la sensibilità.
Basta una pedana, ma da più di 40 anni i disabili sono obbligati a stare in un posto che non gli compete, dal momento che la classe politica che amministra questa città è colpevole di un mix rivoltante di superficialità, dimenticanza e incomprensione delle esigenze altrui, scarsa volontà di risolvere i problemi, disinteresse.
A Carrara non manca infatti chi ha fatto notare e sollecitato a più riprese un intervento su questo ed altri problemi, ma fin troppo spesso sono stati i soli disabili e le associazioni che si occupano dei loro diritti. Le stesse persone che dopo decenni di lavoro sono riuscite a ottenere uno sportello unico sulla disabilità, uno strumento che avrebbe posto il nostro comune all’avanguardia in Italia per quanto concerne l’informazione sui servizi presenti sul territorio e la semplificazione di molte pratiche burocratiche.
Ma da 6 mesi la nostra amministrazione non munisce lo sportello di un apposito numero di telefono ed email comunale, vanificando di fatto il lavoro di chi si è impegnato finora. Non riescono nemmeno a prendersi il merito di un lavoro svolto da altri.
Qualche parola infine sul tema del trasporto pubblico: a Carrara le pedane sugli autobus sono quasi sempre guaste o addirittura inesistenti, specie nei paesi a monte. Ci si trincera dietro il fatto che le pedane ci sono, ma sono guaste.
E se, tuttavia, sono sempre guaste… E’ come se non ci fossero, o no?
E’ così che il diritto alla mobilità, sancito a tutti i livelli giuridici, viene colpevolmente negato nel nostro comune. Non pretendiamo certo di affrontare il tema della disabilità che va ben oltre questi esempi, ma intendiamo far sì che questi problemi vengano risolti. Sarà una cosa utile di per sé ed un simbolo di come attraverso la partecipazione di ognuno e la protesta sia possibile ottenere dei risultati concreti.
E sarà un segnale: quando – e se – i diritti di qualcuno vengono negati, l’impegnarsi affinché siano invece rispettati e tutelati significa ricercare il bene di tutti.
