Secondo il pubblico ministero Alessandra Conforti. Lucio Boggi, consigliere comunale del Pd, non ha rispettato un provvedimento del giudice, entrando in un’area sotto sequestro.
E lo avrebbe fatto nel ruolo di amministratore e titolare della Aleph escavazioni.
Con questo capo di imputazione è a processo, di fronte al giudice Cristina Ponzanelli.
Il quadro in cui inserire la vicenda è alquanto complesso: tutto comincia con una controversia tra la società Ferrari srl e la comunione Beni Sociali di Vinca per la gestione di una cava, a Vinca, appunto, nel comune di Fivizzano.
A chiudere la diatriba ci pensa il tribunale: sequestra la cava (impedendo qualsiasi cessione della concessione). ma ne consente la coltivazione alla Ferrari Srl. Nonostante questa decisione, la Aleph di Boggi – questa la ricostruzione dell’accusa – avrebbe ottenuto un contratto dalla comunione Beni sociali e, forte di quell’atto, avrebbe recintato la cava e messo paletti.
Non soltanto, avrebbe anche rivendicato la proprietà dei blocchi apponendo il proprio nome sull’escavato.
La Ferrari, difesa dallo studio Martini di Massa, denuncia e si arriva a processo.
Boggi deve rispondere di mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice (articolo 388 comma2 del Codice Penale). La Ferrari srl si è costituita parte civile, il suo commercialista calcola in 600mila euro i danni. Cifra che è stata ribadita anche giovedì in udienza: i 600mila euro di danni sarebbero stati determinati dalla necessità di aprire una nuova via di arroccamento per raggiungere la cava e dall’impossibilità di esercitare il diritto alla coltivazione per circa un anno.
In udienza sono già stati sentiti i testimoni dell’accusa e della parte civile. Il processo è stato rinviato a marzo, quando sfileranno i testi della difesa.
(Fonte: Il Tirreno del 31 gennaio 2015)
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