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Marina di Carrara: i volontari aggiustano le case alluvionate

stesolari_tornabuoniMARINA DI CARRARA. Batte il suo martello da muratore contro il muro, facendo cadere crostoni di intonaco ammuffito, in una stanza umida ancora impregnata dall’odore del fango. Lui è Stefano Solari, un muratore che ha messo la sua manodopera al servizio degli alluvionati, gratuitamente.
E quella, invece, è la casa di un pensionato, Giuseppe Tornabuoni, in via Maggiani 2, nella “zona rossa” di Marina di Carrara, che il 5 novembre scorso è finita sotto un metro e mezzo di acqua e fango dopo il crollo del muro del Carrione. È da qui, che è partito ieri il progetto di aiuti agli alluvionati pianificato da un gruppo nato in seno all’Assemblea permanente (nella sala di rappresentanza del Comune) e messo in campo grazie alla collaborazione con alcuni architetti, muratori, idraulici del territorio e di alcuni rivenditori che hanno donato il materiale (come la Weber). Sono quindi i cittadini stessi che si rimboccano le maniche per altri cittadini.L’obiettivo è quello di realizzare nelle case degli alluvionati (quelle perlomeno con maggior difficoltà economica) interventi essenziali per il ripristino, ma che spesso non vengono rimborsati dagli enti. Primo fra tutti la demolizione degli intonaci e la posa in opera di intonaco deumidificante. «Se il muro non viene fatto seccare demolendo l’intonaco– spiega Stefano Solari – la casa rimarrà sempre umida e piena di muffa. Sono interventi che i rimborsi non coprono; i cittadini però non hanno soldi per eseguirli e si limitano a intonacare». Alcuni architetti del territorio, quindi, come la consigliera Claudia Bienaimé, hanno eseguito perizie gratis nelle case della zona rossa, sono stati raccolti fondi con i due concerti di beneficenza e due muratori e un idraulico hanno già dato la loro disponibilità. Ieri, appunto, sono partiti i lavori nella prima casa: circa 80 metri quadrati (considerando il magazzino esterno) divorati dal fango: auto, una cucina intera, mobili e una marea di ricordi. «All’improvviso ho perso tutto – racconta Giuseppe – Nell’emergenza siamo stati aiutati, poi nulla. Sono spariti tutti, si sono dimenticati di noi. Ma per noi alluvionati i problemi iniziano adesso: senza una casa e senza sapere come ripartire». Il gruppo aiuti ha scelto quella casa, fra quelle per cui erano già pronti i preventivi, perché il proprietario è costretto a vivere altrove. Il danno stimato è di circa 23mila euro «una spesa che io non riuscirei mai a sostenere – spiega Giuseppe – Non ho avuto nemmeno diritto ai 5mila euro della Regione perché superavo il reddito Isee stabilito. Migliaia e migliaia di euro di danni che le istituzioni non mi rimborseranno mai». I muratori volontari quindi demoliranno gli intonaci fino ad arrivare al vivo della muratura, faranno seccare il muro e poi rimetteranno l’intonaco. Poi sistemeranno l’impianto elettrico, prima di passare alla prossima casa. Per il momento in programma ci sono altre tre abitazioni: due nella stessa via e una in via Cadorna.

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