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Il pm su ErreErre: «I verbali dei revisori sfiorano il ridicolo»

erreeerre«Se si guarda il profilo formale della loro attività, la verbalizzazione del libro dei verbali dei sindaci, si sfiora il ridicolo: verbali non firmati, riunioni che risultano essere svolte in alcuni casi di domenica, mancanza di un vero e proprio libro dei verbali, relazioni al bilancio che sembrano uscire da un software gestionale standard senza alcun riferimento specifico alla situazione di ErreErre»: è un attacco frontale al collegio dei revisori dei conti, in carica dal 2003 al 2010, nell’azienda che doveva realizzare l’impianto di bricchettaggio alla zona industriale, quello che il pm Rossella Soffio sferra agli indagati dell’inchiesta sul fallimento della ErreErre. Nell’appello al tribunale del riesame di Genova (che si è riservato la decisione che verrà resa nota, forse, lunedì) il magistrato affonda i colpi. E chiede la custodia cautelare in carcere per l’imprenditore versiliese Domenico Del Carlo, 56 anni, personaggio chiave dell’inchiesta, gli arresti domiciliari per gli ex amministratori Luciano Bertoneri, 62 anni e Roberto Vaira, 58 anni, e l’ex revisore dei conti Cesare Carmassi, 53 anni; il divieto temporaneo di esercitare attività professionali per gli ex sindaci, Giorgio Dell’Amico, 52 anni, attuale amministratore unico della Progetto Carrara e presidente del collegio sindacale Imm, Gianluca Musetti, 48 anni, Marco Luigi Zoppi, 53 anni, Fausto Giannoni, 53 anni e per l’ex amministratore Alessandro Nicodemi, 59 anni, il divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriali per Augusto Cardinotti, ex cda ErreErre, e l’obbligo di presentazione giornaliera all’autorità giudiziaria per l’altro ex amministratore Roberto Borghini, 68 anni. Per tutti gli undici indagati, la procura contesta i reati di bancarotta fraudolenta (che prevede una pena da 3 a 10 anni di reclusione) con l’aggravante di aver cagionato un danno patrimoniale di rilevante entità e false comunicazioni sociali. «Gli indagati non hanno svolto il ruolo proprio del collegio sindacale, sostanzialmente inesistente, in assenza di un libro verbali a sedute, con verbali non firmati e con numerose cancellature»: così il pm Soffio, il quale sostiene che tutti quanti gli indagati «hanno distratto, rivestendo Domenico Del Carlo contemporaneamente la carica di amministratore unico della Delca, società aggiudicataria dell’appalto finalizzato alla realizzazione di un impianto di produzione cdr, la somma di 1.847.018 euro, derivante dalle fatture effettivamente pagate emesse da terzi a carico di ErreErre in relazione a prestazioni che avrebbero dovuto essere integralmente erogate e sostenute economicamente da Delca sulla base del contratto chiavi in mano»; inoltre esponevano passività inesistenti, fatture passive annotate in contabilità per 2.665.584 euro; e distraevano 306.403 euro mediante pagamento a Delca di un credito, parte del maggiore pari a complessivi 1.221.501 euro derivante da fatture emesse da Delca nei confronti di ErreErre, credito ceduto da Delca a Ifitalia e regolarmente comunicato e accettato da ErreErre: nelle scritture contabili la cessione non veniva mai rilevata contabilmente; distraevano l’importo di 490.000 euro col pagamento a Delca di un credito, parte del maggiore di complessivi 1.072.000 euro, per una cauzione apparentemente versata da Delca, credito poi ceduto da Delca in favore di una società; distraevano infine l’importo pari al 10% dell’importo contrattuale di 1.072.000 da versare quale cauzione da rilasciare mediante garanzia fideiussoria mai rinvenuta nell’attivo fallimentare.

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