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Commercio nella bufera, dimissioni a catena dei presidenti dei Ccn

casette piazza albericaCARRARA. Il malessere era nell’aria da tempo ma adesso la crisi dei Centri commerciali naturali del territorio carrarese è conclamata. Entro gennaio si dimetteranno i tre presidenti delle associazioni che riuniscono i commercianti di Carrara, Avenza e Marina: se le deleghe non verranno rinnovate, si aprirà un vuoto di rappresentanza e tutto tornerà nelle mani delle tradizionali associazioni di categoria. Dimissioni in blocco per i presidenti dei Centri Commerciali Naturali di Avenza, Marina e Carrara: entro gennaio salteranno i vertici dei tre Ccn e probabilmente, si dimetteranno anche i membri dei rispettivi direttivi.

Ad aprire il fronte della crisi è stato Lorenzo Baglioni, numero uno di Carrara in Vetrina, che nei giorni scorsi aveva preannunciato l’intenzione di lasciare: ieri, nel corso di una riunione ristretta, il Ccn ha deciso per le dimissioni in blocco di tutto il direttivo, convocando un’assemblea per metà gennaio.

Insieme a Baglioni, dunque, diranno addio a Carrara in Vetrina anche Francesco Bajni, Andrea Ghinoi, Cesare Bassani, Andrea Fusani, Laura Donati, Umberto Morescalchi e Claudio Sivori: il solo dubbio riguarda Carmen Barani che, non essendo presente alla riunione di ieri non ha fatto sapere le sue intenzioni.

Nel corso dell’assemblea Baglioni spiegherà le ragioni delle dimissioni che – anticipa – «sono tante e articolate» e non sono certo limitate alle polemiche più recenti, vedi le critiche alle casette natalizie in piazza Alberica o il cosiddetto caso-Paradisi.

«Se a dimettermi non sono solo io ma tutto il direttivo in blocco significa che qualche ragione ce l’ho» polemizza il presidente del Ccn carrarese riservandosi di entrare nel merito solo davanti all’assemblea dei commercianti. Ma se Carrara piange, Avenza e Marina non ridono.

La presidente del centro commerciale naturale del litorale, Alida Vatteroni, conferma: «Anche per noi la direzione è la stessa del centro città, non abbiamo ancora stabilito la data dell’assemblea ma io ho intenzione di dimettermi». Le ragioni? Anche per la presidente del Ccn di Marina i motivi sono tanti, a iniziare dalla difficoltà di coinvolgere i colleghi e dalla necessità, in tempi di crisi, di dedicare maggiore attenzione alla propria attività.

Per Alida Vatteroni però, la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato proprio il caso-Paradisi: «Dopo aver appreso che l’ufficio Attività produttive ha incaricato una persona di curare le relazioni con i commercianti, cosa che noi facevamo gratuitamente sottraendo tempo al nostro lavoro, mi sono sentita presa in giro» ha dichiarato la presidente del Ccn marinello.

Pur non essendo ancora stata indicata una data precisa, anche l’assemblea dei commercianti del litorale è prevista a stretto giro, subito dopo la festa dell’Epifania. Ancora più esasperata la situazione di Avenza: «Il nostro Ccn di fatto non esiste più, i commercianti che partecipano si contano sulle dita di una mano, meglio far confluire tutto nella Pro-Loco, un’associazione più dinamica e che gode della fiducia della gente» ha dichiarato Giuliano Torre, presidente del Ccn di Avenza. Dunque anche all’ombra della torre di Castruccio sembra tirare aria di dimissioni, anche se il presidente del Cnn spiega: «Non mi dimetto ufficialmente perché anche se convocassi un’assemblea verrebbero solo tre persone e sarebbe anche quella una perdita di tempo».

Il futuro di Avenza e delle sue manifestazioni di maggior richiamo, il Carneval Profano e la Festa Medioevale, lascia intendere Torre, sono in buone mani, quelle della Pro-loco, «perché solo con i commercianti non si riesce a fare più nulla».

Insomma il destino dei tre centri commerciali naturali del territorio sembra aver imboccato una strada senza ritorno: entro il mese di gennaio è probabile che saltino non solo le presidenze, ma anche i direttivi al gran completo. Difficile capire, a oggi, se tra i commercianti delle tre frazioni c’è qualcuno disposto a raccogliere un’eredità che dalle parole dei presidenti uscenti appare più come un onere che un onore.

Se i Ccn non riuscissero a rinnovare i propri vertici, per il commercio delle tre frazioni si aprirebbe un vuoto di rappresentanza e l’organizzazione di eventi e iniziative promozionali tornerebbe a essere delegata, com’era un tempo, alle tradizionali associazioni di categoria che sono però anche più strutturate.

L’augurio è che sulla spinta di questa “scossa” i commercianti tornino protagonisti diretti e quindi interlocutori privilegiati anche nel rapporto con la pubblica amministrazione. Una scossa per un invito alla partecipazione alla vita associativa e per poter formulare con maggiore autorevolezza proposte e perché no critiche all’amministrazione comunale.

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