Interessante articolo sulla dispersione dell’acqua e i relativi aggravi sulle bollette, i quali – tuttavia – non vengono utilizzati per ammodernare la rete, ma vengono anch’essi “dispersi” tra le tubature.
E come Toscana, siamo un caso “emblematico”.
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Sembra un paradosso, il tipico paradosso italiano: tra il 2013 e il 2014 le bollette dell’acqua sono aumentate non tanto per via dell’incremento del costo del servizio, ma a causa della componente, in ciascuna bolletta, destinata a finanziare l’ammodernamento degli impianti idrici. Questo perché il nostro Paese è uno tra i più colpiti dal fenomeno della dispersione idrica: ossia dall’acqua che esce dai tubi dei gestori ormai obsoleti e che, pertanto, non arriva mai nei nostri rubinetti di casa.
Tuttavia – e qui sta “il bello” – nonostante il nominativo aumento della spesa per gli investimenti strutturali, quest’anno la dispersione dell’acqua è aumentata di circa il 5%. Insomma, il paradosso è proprio questo: gli utenti devono pagare di più proprio per finanziare una ristrutturazione che non viene mai avviata. Paghiamo di più e utilizziamo di meno.
Che fine fanno, allora, i nostri soldi? Anch’essi, probabilmente, filtrano tra le tubature e “si disperdono” misteriosamente…
Emblematico è il caso della Toscana, dove la percentuale di dispersione è cresciuta del 10,8%, passando dal 27,7% del 2008 al 38,5% nel 2012. Il caso è tanto più emblematico quanto più si pensa che proprio in Toscana gli utenti pagano le bollette più salate d’Italia: e ciò proprio per via della campagna di ammodernamento avviata da Publiacqua/area fiorentina.
Al contrario, in Lombardia, dove le bollette sono le più basse d’Italia, la dispersione è anche la minore (solo 5,4%: dal 21,1% al 26,5%).
Non esiste alcun gestore di servizi idrici che, in questi anni, non abbia propagandato, tra le proprie priorità, l’ammodernamento della rete per evitare la dispersione, ragione che ha portato a giustificare dei “prelievi” più esosi ai cittadini. I quali anche questa estate resteranno senz’acqua nelle case, specie nelle zone più disagiate del sud.