“Black Marble”: tutto il marcio che c’è

E scandalo fu. Il marmo di Carrara si tinge di nero dopo lo scoppio in città dell’affare “Black Marble”, l’operazione shock coordinata dalla Procura della Repubblica nella persona del Procuratore Aldo Giubilaro e diretta dal Sostituto Procuratore Rossella Soffio in collaborazione con la Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, che ha portato alla luce un impressionante rete di evasione fiscale ad opera degli imprenditori del settore lapideo.
E’ solo di pochi giorni fa infatti la dichiarazione del Procuratore capo di Massa Carrara che, in una conferenza tenutasi in Procura a Massa (qui il link), ha scoperchiato la vicenda, presentando la “Black Marble” come un “poderoso e collaudato sistema, capace di portare le percentuali di evasione sino al 75%, con un relativo danno enorme alla collettività”.
Lo scempio è servito: spuntano 19 società e 30 persone coivolte, il broker Eugenio Venezia, la piovra” che gestiva le relazioni internazionali tra i commerciali locali e quelli indiani (con tanto di database cruciale per le indagini). E soprattutto restano le cifre. Più di 130 milioni evasi al fisco, con una ricaduta imponente anche sulla casse comunali. Nello specifico, stando ai dati riportati dalle indagini, della enorme cifra totale 106 milioni sono stati sottratti dalle imposte dei redditi, 8 milioni dall’imposta sul valore aggiunto, 2,5 dall’IRAP più le violazioni valutarie pari a 14 milioni di euro. Un effetto domino che, inaugurato una settimana fa con la confisca della cava Fiordichiara per bancarotta fraudolenta, ha portato a nuovi e ben più pesanti capi d’accusa per le persone al centro dell’operazione marmo nero. Si va infatti dall’accusa di frode fiscale a quella di ricettazione, riciclaggio, sino a falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico a concorso in attività abusiva di prestazione di servizi di pagamento. Insomma un elenco lunghissimo e una nuova ondata di marcio che, dai monti, scende sino in città, arrivando inevitabilmente anche sulla carta stampata e sui banchi del Consiglio Comunale dove, venerdì scorso, si è consumato l’ennesimo teatrino di Sindaco e Amministrazione. E si perchè, se da una parte viene da indignarsi di fronte a tali cifre, dall’altra viene da chiedersi, domanda lecita, come sia stato possibile mantenere in piedi per così tanto tempo una macchina di tale proporzioni senza che nessuno “ai piani alti” ne fosse al corrente e provvedesse a vigilare e denunciare per primo l’illecito. Imbarazzante, in questa direzione, la tiepidissima dichiarazione rilasciata dal Sindaco Angelo Zubbani che, chiamato a una risposta a caldo sul fatto, ha commentato a testa bassa che “si fidavano ciecamente dei libri contabili”
Così mentre Carrara tutta agonizza e rimane al palo tra lavori di ristrutturazione mai finiti, dovuti (anche) alla difficoltà di reperire fondi economici adeguati, ai monti prosegue senza sosta l’abbuffata generale con un giro di soldi da record alle spalle ai cittadini.
E a far sprofondare ancora di più il tutto ci hanno pensato, neanche a dirlo, il Sindaco e la sua Giunta nel prima citato Consiglio Comunale quando, in merito al voto sull’interpellanza proposta dalla Consigliera Claudia Bienaimè di costituirsi parte civile nel processo, il fronte compatto non ha perso l’occasione di ribadire la sua posizione, votando incomprensibilmente, ma poi neanche troppo, a sfavore. Tra i presenti infatti 7 infatti sono stati i favorevoli, 11 i contrari: oltre al Sindaco Zubbani il team di consiglieri “yes man” ha visto protagonisti Leonardo Buselli, Carlo Boni, Simonetta Corsi, Davide Poletti, Roberto Conserva, Fabrizio Giromella, Giuseppe Bergitto, Luciano Tonarelli, Enrico Isoppi e Roberta Crudeli.
Una sceneggiata che si è protratta fino alla giornata successiva, che ha visto Zubbani impegnato a sedare le ulteriori polemiche con una secca smentita alle decisioni prese in seduta consigliare. Dietrofront: “ci costituiremo parte civile e faremo di tutto per restituire i soldi alla cittadinanza, non è questo il momento di fare polemiche”.
E certo, non è questo il momento dei soliti allarmismi e allora di fronte a tanto clamore meglio tenere un profilo basso, con nessun esponente della maggioranza capace di mettere insieme due parole sull’accaduto, nessuno capace di soffermarsi sulla nuova rapina perpetuata anche ai danni della città e della sua cittadinanza. Tutti capaci soltando a trincerarsi dietro prese di posizioni comuni da squadra affiatatissima, che finisce poi per rivelare puntualmente tutta la sua fragilità e incompetenza.
Tutta l’ indignazione mancata e il distacco dimostrati dalla nostra Amministrazione finiscono ancora una volta per cozzare con la volontà e la necessità da parte dei cittadini di volerci vedere chiaro, di non voler contribuire a liquidare uno scandalo destinato a espandersi ancora a macchia d’olio. Tutto questo mentre la Giunta tentenna e arranca e la “Black Marble” si ingigantisce. In pratica la fotografia di tutto il marcio che c’è.