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Cultura, offese e insulti: aumenta la distanza fra cittadini e politica

zubbani folla 8 novembreDi Elisa Berti

Oggi si è svolta la commissione cultura per parlare della situazione del liceo scientifico Marconi.

In breve, sono state date garanzie sull’assenza di pericolo dal punto di vista strutturale. Il Marconi verrà chiuso alla fine dell’anno in corso, gli studenti saranno trasferiti al Galilei, che ospiterà più di 800 studenti e per il quale sono stati già stanziati 160mila euro e 250mila arriveranno.
E’ stato fatta notare da più consiglieri di maggioranza e non (Boggi, Bottici, Bonni) l’assenza del Comune di Carrara ai tavoli tecnici della Provincia, gli stessi consiglieri non sanno spiegarne il perché.

Esulando dai contenuti è importante raccontare il clima in cui si è svolta la commissione. Erano presenti molti genitori e l’atmosfera è andata surriscaldandosi man mano. Alcuni genitori intervenendo si sono fatti prendere dall’esasperazione e i toni con i quali si sono posti si sono decisamente accesi.
A mio parere e sottolineo mio, quando si ha la forza degli argomenti, trovo inutile e controproducente, urlare e dire parolacce. Capisco però che, alla metà di aprile, non esiste ancora un progetto ben delineato e quindi l’esasperazione unita alla preoccupazione per i nostri ragazzi, possa di fatto causare comportamenti provocatori.

Detto questo, non capisco invece il comportamento dall’altra parte. Chi ci amministra dovrebbe dare il buon esempio. Nella commissione di oggi, da parte di alcuni consiglieri sono volate frasi come “Te fatti i to cazzi” “Hai detto un sacco di cazzate, sei un asino!” ” A me non me ne frega un cazzo!” ” Fuori! Passi lunghi e ben distesi!”.
Ammesso e non concesso che potessero essere a loro volta esasperati, ciò che mi aspetto da una figura istituzionale, da chi mi rappresenta, è la capacità di non scendere a certi livelli. Insultare i cittadini così come è stato fatto anche nell’ultimo Consiglio Comunale, mi pare davvero inammissibile. Nel mio piccolo io non insegno ai miei figli a non urlare urlando a mia volta, non insegno loro a non alzare le mani picchiandoli. Mi pare abbastanza elementare ribadire quanto rivestire una carica pubblica esiga un comportamento consono, inattaccabile che possa essere da esempio per tutti. Si stava parlando di cultura e dei nostri ragazzi che sono il nostro futuro. Cosa insegnamo loro? Che ha ragione chi urla di più? Che il valore degli argomenti non conta? Che una discussione in una sede istituzionale, può diventare uno scambio di insulti? Non sto dicendo che i cittadini che hanno comportamenti provocatori e maleducati abbiano ragione, ma mi aspetto da chi mi rappresenta, un livello ben diverso.

Non stiamo più parlando di un solo episodio, sta diventando sistematico, è successo in Consiglio Comunale, è successo oggi in commissione, è successo per strada. Insulti, disprezzo, attacchi personali da parte di cariche pubbliche che mi aspetto mantengano la discussione su un piano decisamente diverso. Io penso che dovremmo tutti riflettere, noi cittadini che argomentando le nostre rimostranze, esercitiamo il nostro diritto sacrosanto alla partecipazione e alla denuncia e l’Amministrazione che per quanto difficile dovrebbe ricordarsi che fa parte del gioco relazionarsi con qualsiasi cittadino.

Sono molto preoccupata per questo clima ed ho paura di dove potrà portarci. Se si pensa di soffocare il dissenso reprimendolo, spostando l’orario dei consigli, mettendo gli interventi dei cittadini a fine consiglio, abbassandosi a discussioni a male parole, mi viene da dire che la distanza tra chi ci rappresenta e chi è rappresentato è sempre più grande, la fiducia è venuta meno, la rabbia cresce e non può portare nulla di buono, per nessuno di noi.

Assemblea permanente Carrara
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