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Carrara, tensione in consiglio comunale: c’è chi mostra anche un paio di manette

cartello consiglioCARRARA. Ancora seduta ad alta tensione per il Consiglio Comunale di Carrara: sulla richiesta di rinvio a giudizio per le tariffe del marmo, il sindaco Angelo Zubbani afferma: «Io e la giunta abbiamo sempre fatto gli interessi della città» e scatena la reazione del pubblico. Dalla platea spuntano un paio di manette e striscioni di contestazione, ma gli ex presidianti tentano di “limitare” la contestazione.

Giuseppe Scattina conferma l’addio alla maggioranza e chiede le dimissioni di sindaco e giunta.
«Lo sgombero – dice – una vergogna per la città». Ancora una platea gremita e ancora un clima tesissimo ieri in consiglio comunale. Gli ex presidianti dell’Assemblea sono tornati a contestare in modo acceso sindaco e giunta, tra i continui richiami del presidente del consiglio comunale Luca Ragoni, costretto a sospendere per qualche minuto la seduta.

L’assise è stata caratterizzata da un crescendo di tensioni: in apertura il sindaco Angleo Zubbani ha comunicato che entro febbraio saranno completati i lavori di messa in sicurezza in via Argine Destro, nel sito del crollo del 5 novembre, e in via Argine Sinistro a ridosso della scuola materna. Il primo cittadino ha poi reso noto di aver inviato una missiva a Procura e Provincia, per avere un chiarimento sulle ragioni delle fuoriuscite che, a ogni pioggia intensa, si registrano dalla sponda di via Argine Destro.

A scaldare gli animi sono state però le parole di Zubbani sulle richieste di rinvio a giudizio annunciati dalla Procura nell’ambito dell’inchiesta sulle tariffe del marmo:

«Non abbiamo ancora ricevuto la notifica dei provvedimenti ma posso dire che io e la mia giunta abbiamo sempre agito nell’interesse della città»

Parole che hanno scatenato una durissima reazione della platea, con cori e striscioni, un paio di manette “sollevate” tra il pubblico e molti cittadini che hanno girato le spalle a consiglieri e amministratori in segno di protesta.

Recuperata la calma è stata la volta degli interventi di Massimiliano Pioppo sul caso Politeama, di Giancarlo Mottini a nome dell’Assemblea permanente e dell’avvocato Alessandro Trivelli che ha riacceso i riflettori sul degrado al mercato coperto di Carrara.

E proprio le contestazioni di un cittadino durante la replica del vicesindaco Andrea Vannucci, hanno innescato la sospensione momentanea della seduta. Vannucci ha lasciato l’aula, il sindaco Zubbani è rimasto al suo posto mentre il presidente Ragoni con la consigliera Claudia Bienaimè provavano a riportare la calma. Ristabilito, per la seconda volta, l’ordine, è stato il momento di Giuseppe Scattina che ha confermato il suo addio alla maggioranza, aggiungendo alle ragioni già annunciate qualche giorno fa le richieste di rinvio a giudizio e lo sgombero della Sala di Rappresentanza, «una vergogna – ha detto – che rimarrà nella storia di questa città». «So che tra i consiglieri di maggioranza c’è qualcuno che la pensa come me, siate più coraggiosi» ha concluso Scattina, chiedendo – anche lui – le dimissioni di sindaco e giunta.

Dopo l’intervento di Scattina l’assise è proseguita con interrogazioni, interpellanze e mozioni. Gli animi sono tornati a scaldarsi e i contestatori hanno nuovamente preso di mira il vicesindaco Vannucci, protagonista di un faccia a faccia ravvicinato con la platea. Alcuni consiglieri sono intervenuti per placare gli animi ma la seduta è stata sospesa definitivamente senza che venisse discusso l’atteso ordine del giorno di Francesco De Pasquale (M5S) sul tema del lapideo e dei beni estimati. Per almeno un’ora dopo la conclusione dell’assise, diversi ex presidianti sono rimasti in Sala Consiliare, controllati da Polizia Municipale e, all’esterno, da una nutrita presenza di forze dell’ordine. “E’stata un’azione dimostrativa per sottolineare la mancanza di disponibilità di luoghi di ritrovo e in particolare della sala di rappresentanza. Abbiamo prolungato la nostra presenza in sala consiliare, con un atto simbolico. Una volta fatta questa azione siamo usciti. Non capisce tutto questo dispiegamento di forze dell’ordine visto che gli indagati non siamo noi ma altri“, hanno commentato alcuni esponenti dell’Assemblea permanente mentre lasciavano il municipio.

Leggi l’articolo: Il Tirreno

 

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