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Carrara: dopo l’alluvione il Comune vieta i seminterrati in pianura

alluvionatoPost alluvione, maggioranza e opposizione unite propongono un giro di vite sulla sicurezza idraulica: stop ai seminterrati in pianura e incentivi per chi ristruttura.

La drammatica esperienza del 5 novembre è destinata a lasciare un segno non solo sulle vite di molti cittadini ma anche negli strumenti urbanistici del Comune di Carrara: dopo tre alluvioni in due anni e milioni di euro di danni al patrimonio pubblico e privato, l’amministrazione annuncia di voler intervenire sulle norme che disciplinano nuove e vecchie costruzioni con una serie di proposte mirate in primo luogo a garantire maggiore sicurezza ai cittadini.

L’annuncio arriva mentre gli uffici sono impegnati in una serie di procedimenti sulle varianti all’ormai ex Regolamento Urbanistico che, per legge, sarà ribattezzato Piano Operativo Comunale e che sarà il “luogo” deputato a recepire le misure “post alluvioni” proposte dall’amministrazione: misure che, almeno in termini di indirizzo, sembrano gradite anche all’opposizione.

Questa insolita unità di intenti è emersa ieri mattina nel corso della commissione Urbanistica che ha “dichiarato guerra” – si fa per dire – alla costruzione di nuovi seminterrati nelle zone pianeggianti: «No agli interrati in pianura» ha proposto Claudia Bienaimè (Carrara Bene Comune), «Sono trappole per topi» le ha fatto eco Francesco De Pasquale (M5S) ricevendo la “benedizione” del vicesindaco Andrea Vannucci, titolare della delega all’Urbanistica. «Siamo d’accordo è anche la nostra proposta» ha detto il numero due dell’amministrazione che però ha sottolineato la necessità di non limitarsi a intervenire sulle norme che riguardano le nuove costruzioni perché – ha lasciato intendere il vicesindaco – il grosso del lavoro deve essere fatto sull’esistente. «Il vero problema non riguarda quello che si farà visto che già oggi di consentito c’è veramente poco, ma riguarda l’esistente» ha dichiarato Vannucci, spiegando che l’amministrazione vorrebbe muoversi su due fronti. Il primo, riguarda coloro che in barba alle leggi, hanno trasformato i seminterrati in vere e proprie abitazioni: «Già oggi a Carrara non è legale abitare negli scantinati, per questo dovremo effettuare controlli sul sistema insediativo esistente» ha precisato il vicesindaco. L’altro fronte di intervento riguarda le ristrutturazioni: anche in questo caso l’idea è quella di intervenire attraverso il Piano Operativo Comunale con una serie di norme che rendano “conveniente” recuperare e ammodernare un vecchio edificio. «L’ipotesi è di incentivare a migliorare l’esistente per consentire non che anche il vecchio possa essere trasformato in modo conveniente in qualcosa di più rispondente alle esigenze di oggi» ha aggiunto il vicesindaco.

Immancabile, quando si parla di alluvioni e strumenti urbanistici, il passaggio sul futuro di Villa Ceci: su questo fronte Vannucci ha ribadito che il Regolamento Urbanistico attualmente in vigore non consente l’edificazione e che il Piano strutturale prevede sì la possibilità di effettuare una perequazione, «senza però individuare l’area perequata che, quindi, potrebbe essere situata al di fuori di Villa Ceci».

La sensazione è che l’amministrazione voglia giocarsi la carta della perequazione per convincere i proprietari dell’area a cedere i terreni – spianando la strada alla realizzazione del parco pubblico – in cambio della possibilità di edificare in un’altra zona del territorio. E questo perché, ha precisato il Vicesindaco,«ormai siamo certi che a Villa Ceci non si costruirà, amministrazione e maggioranza non hanno alcun dubbio».

Leggi l’articolo: Il Tirreno

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