La giunta e i partiti che la sostengono si ostinano ancora a tenere fermo il regolamento degli agri marmiferi
CARRARA. Le parole non bastano più. Quando il sindaco Angelo Zubbani sostiene che sul marmo è sempre stato dalla parte della città, racconta la verità che più gli fa comodo: lui, socialista, la sua amministrazione e i partiti che la sostengono a partire dal Pd, sono schierati con pervicacia con solo una parte di Carrara, cioé quella dei privilegiati, di quei poteri forti più o meno alla luce del sole che da sempre cercano di lasciare in mano a pochi le rendite delle enormi ricchezze del marmo.
Che siano enormi ormai non ci sono dubbi: la Finanza, come diciamo più volte, contesta a una sola delle aziende di escavazione (e neppure la più importante) un milione di euro di evasione al mese. E basterebbe rileggersi i brogliacci delle inchieste sul nero alle cave. Ricordate il blocco Fb625 di 30,6 tonnellate, venduto a 3.800 euro la tonnellata dalla Furrer di Gino Mazzi – voluto da Zubbani alla presidenza della Cassa di Risparmio di Carrara, re dei falchi quand’era presidente di Assindustria – di cui parlano al telefono Nicola Fontanili e Eugenio Venezia? Un blocco venduto quindi a 116.280 euro. Al Comune, con le norme in vigore, entrano un migliaio di euro, meno dell’1 per cento del prezzo di vendita. È stato dalla parte della città attribuire valori medi lontani anni luce dalla realtà?
Ricordiamo che se mille tonnellate, quindi 30-35 blocchi vengono venduti a 3.800 euro la tonnellata, per arrivare a una media di 400 euro bisogna venderne 10.000 (300 blocchi) a 120-130 euro. Fantascienza. Nel frattempo (le intercettazioni erano del 2012-2013) il Comune ha alzato a 530 euro il valore medio dei blocchi estratti dalla Fb, ma ha diminuito da 450 a 400 il valore della Bettogli B (Franchi e Soldati) e da 400 a 250 il valore medio della Bettogli Zona Mossa (Giorgio Vanelli); insomma, qualche ritocco qua e là, ma senza cambiare la filosofia. La volontà è chiara: continuare a ignorare la sentenza della Corte Costituzionale 95, quella sì davvero rivoluzionaria per le casse cittadine(secondo la Consulta, le concessioni sono onerose e temporanee), che ha spazzato via le leggi estensi.
Come abbiamo scritto altre volte, secondo dati attendibili, il business prudenziale reale dei blocchi è di almeno 4-500 milioni di euro; su questa cifra, al Comune, cioè ai cittadini vanno 11,2 milioni l’anno, il 2-3%.
Eppure la giunta Fazzi Contigli, nel 94 aveva scritto, nel regolamento degli agri marmiferi avallato dalla Consulta, che il canone viene fissato “in relazione al valore di mercato del marmo prodotto ed esportato dalla cava”. Valore di mercato, senza sofismi. Il problema è che a inserire i sofismi sono stati i nostri rappresentanti: come il 10 aprile 2002, uno degli ultimi atti del consiglio comunale della giunta Segnanini. Con il voto favorevole anche del sindaco attuale Angelo Zubbani e di altri consiglieri di maggioranza (16, gli assenti erano 15), si sono apportate modifiche sostanziose al regolamento. La durata della concessione, non più vent’anni ma 29 rinnovabili automaticamente.
Via la frase “il canone viene fissato in relazione al valore di mercato del marmo prodotto ed esportato dalla cava”, via il “valore di mercato”, aprendo a una assurda concertazione. Il tutto vanificando anche quanto stabilito dalla legge regionale 78 del 98, con la quale si stabilisce che il contributo di chi estrae materiale ornamentale deve essere “rapportato alla quantità e qualità del materiale ornamentale estratto, in applicazione degli importi stabiliti dal Comune stesso, nel limite massimo del 5% del valore di vendita del materiale”.
Quindi, senza le manovre strane, solo per il blocco Fb625 il Comune avrebbe dovuto incassare, quale contributo ambientale, il 5% di 116.280 euro, ovvero 5.810 euro, più – se già, come più volte ricordato da esperti, avesse cancellato i beni estimati – l’8 per cento di canone di concessione, ovvero 9.296 euro anziché un migliaio. Moltiplicate per migliaia di blocchi l’anno… Fate voi.
Il sindaco dice di aver fatto tutto per la città: lui, con la sua maggioranza, ha migliorato nel 2008 i valori bassissimi a tonnellata, ma ha però dato prezzi medi assolutamente lontani dalla realtà. E nonostante tutti i pareri richiesti e ottenuti, non ha cancellato i beni estimati, un regalo di quattro milioni l’anno (considerando gli attuali valori medi, di almeno dieci-quindici con valori realistici). E soprattutto, insieme alla sua maggioranza, ricaccia indietro la vera riforma, cioè il nuovo regolamento degli agri marmiferi: con quello, nel giro di 10-15 anni le nuove concessioni andrebbero all’asta. E se i Bin Laden hanno comprato per 45 milioni la metà di Sam-Imeg, si può capire cosa potrebbe arrivare nelle casse del Comune.
No, caro sindaco e cara giunta, non siete dalla parte della città: siete dalla parte dei ricchi, dei potenti, lo siete fino in fondo, tanto che vi siete presi una richiesta di rinvio a giudizio con presunto danno erariale multimilionario. Che fa il paio con l’inchiesta del nero alle cave che riguarda un gruppo di imprenditori, un trionfo del “mondo di mezzo alla carrarina”. D’altra parte, il vicesindaco Vannucci lo disse: al monte, le lobby storicamente sono state prevaricanti. Lo disse in consiglio comunale.
E ora per evitare che un attivismo su altri settori possa far risaltare l’assoluto immobilismo nel settore del marmo – che agevola i soliti noti – tenete fermo tutto. Tutto. La città muore, in ginocchio, stremata mentre i baroni del marmo ingrassano. La rabbia della gente monta, ma su quello in realtà una botta di vitalità c’è stata: all’alba del giorno della memoria è stata fatta sgombrare l’assemblea permanente. Complimenti.
Leggi l’articolo Il Tirreno.