Negli ultimi giorni si è assistito alla querelle che vede l’ex assessore al sociale Massimiliano Bernardi contrapporsi all’attuale assessore Anna Galleni. Prima riguardo la gestione del bando per le case popolari e – per ultimo – la mancata assegnazione dell’ex Mulino Forti all’associazione ADA.
Al di là del merito delle varie questioni, salta all’occhio un particolare curioso:
la mail inviata ieri dal Bernardi alle varie redazioni risulta essere – udite udite – l’inoltro di un messaggio originale scritto da tale “[email protected]”.
Non ci vuole un luminare per comprendere che il testo che Massimiliano Bernardi ha inoltrato alla stampa non sia farina del suo sacco. Bensì è stato scritto dall’ex dirigente al sociale Daniela Tommasini (detta “La Zarina” per la sua finora inattaccabilità, ndr).
Senza voler infierire sul fatto che l’ex assessore Bernardi non sia neppure in grado di inviare una mail ex-novo così da garantire la privacy della persona che gliel’ha scritta (ovvero l’ex dirigente Tommasini, ndr), sorgono spontanee alcune domande:
- È plausibile che dietro tutte le dichiarazioni a mezzo stampa di Bernardi (e potenzialmente non solo di lui, ndr) vi sia la mano della Tommasini che – va ricordato – è sempre stata vicina al gotha del Partito Socialista locale?
- Che la Tommasini, come una sorta di “pupara de noantri”, continui a tessere la sua trama di interessi mettendo in bocca dichiarazioni a personaggi che difficilmente sarebbero in grado di esprimerle con dovizia di particolari, oltre che (magari) con correttezza ortografica-grammaticale?
- L’orario di invio della mail originale dalla Tommasini a Bernardi è quello delle 13.57; Bernardi ha inoltrato tale mail 15 minuti dopo, alle 14.12.
Sono orari compatibili con quello di lavoro di questi due impiegati?
Che Bernardi non sia una cima, ormai è risaputo. Più volte si è permesso di offendere chi argomentava le sue mancanze e inadeguatezze con dati oggettivi, trincerandosi dietro un tronfio “ecco gli scienziati”.
Però dall’essere arrogante, questo particolare lo rende più simile ad un burattino manovrato da una donna indubbiamente titolata, che ha utilizzato le sue competenze per i propri interessi, mettendo gli uni contro gli altri, rigorosamente a scapito delle fasce sociali più deboli.