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FRANZONI DI QUI, FRANZONI DI LÀ… INDOVINA CHI SARÀ STATO?

Quasi offensiva l'azione della forestale o della procura di sequestrare l'area senza aspettare di trovarvi all'opera i responsabili.

Franzoni e Boggi, insieme?  Si preannunciano disastri!

In campo vi è anche la Geol. Chiara Taponecco, in qualità di Direttore Responsabile per la cava Fossa Combratta n°181

A seguito di numerose segnalazioni di associazioni ambientaliste i forestali dei carabinieri si sono interessati ad un collegamento camionabile ABUSIVO tra Fossa Combratta in territorio di Carrara e le cave Rocchetta in territorio di Massaentrambe a guida Franzoni – e stranamente, invece di fare appostamenti o altre verifiche per individuare i responsabili, hanno semplicemente constatato che le lavorazioni sono recenti e sequestrato l’area oggetto di lavori, apprendiamo a mezzo stampa che stanno cercando i responsabili.

Uhmm… chi sarà stato a fare una strada di collegamento tra le due cave???

A chi servirebbe questo collegamento??? ed eventualmente (se fosse poi dimostrato che servirebbe per la riapertura di fossa Combratta) come avrebbe fatto la cava di Carrara a pagare la tassa marmi passando da Massa?

Ma partiamo dall’inizio: chi opera in Fossa Combratta? Una srl – che ha recentemente acquisito un ramo di azienda e alcuni mappali della “Tonarelli Piero Alfredo Escavazioni Marmi” – con amministratore dell’srl Franzoni, lo stesso Franzoni che opera nelle cave Rocchetta sopra la sorgente del Cartaro… gli piace stare a monte delle sorgenti con le sue cave, a quanto pare…

LA MESSA IN SICUREZZA
I gestori di Fossa Combratta hanno presentato al Comune di Carrara la richiesta per la riapertura della coltivazione di una cava inattiva, per un volume di 1.370 mc, pari al 30% della precedente autorizzazione.

COME PER CAVA FAGGETA, C’È UNA CORSA A RIAPRIRE CAVE PRATICAMENTE DISMESSE – MA MAI CADUCATE DALLE AMMINISTRAZIONI – PRIMA DELL’APPROVAZIONE DEL PIANO ATTUATIVO DI BACINO ESTRATTIVO, IL QUALE VIETERÀ DI RIAPRIRE CAVE INATTIVE!

Due anni dopo la Pronuncia di Compatibilità Ambientale del Parco, gli uffici dell’ASL hanno emesso richieste di messa in sicurezza della cava, che ha permesso alla proprietà di presentare un progetto di messa in sicurezza che prevede imponenti sbancamenti, anche in terreno vergine, pari a 58.000 mc di terreno asportato:

una enormità se confrontato con il volume del progetto di coltivazione pari a 1.370 mc.

QUESTA RICHIESTA È UNA VERA OFFESA ALL’INTELLIGENZA ED AL BUON SENSO: VIENE NATURALE PENSARE CHE LA MESSA IN SICUREZZA È INVECE LA VERA COLTIVAZIONE DELLA CAVA! OPPURE DOBBIAMO PENSARE CHE PER SVOLGERE UNA LAVORAZIONE DI 3 MESI LA DITTA INVESTE RISORSE PER 5 ANNI? (sono questi i tempi previsti rispettivamente per la coltivazione e per la messa in sicurezza)

Assemblea Permanente chiede che il progetto di messa in sicurezza sia sottoposto a tutte le necessarie valutazioni, eventualmente ricominciando dalla valutazione paesaggistica degli organi competenti. Poichè la cava si trova in area Parco chiediamo che, in caso di diniego la cava venga chiusa.
Si chiede inoltre di valutare se sulla strada esistente tra Bergiola e Fossa Combratta saranno eseguiti ulteriori lavori impattanti dal punto di vista paesaggistico come briglie paramassi e reti che dovrebbero essere valutate dal punto di vista paesaggistico e ambientale,

a SEGUITO DI NUOVA CONFERENZA DEI SERVIZI.

LA STRADA
La proprietà afferma nel progetto, che la cava è raggiungibile per mezzo della strada di arroccamento che si diparte dal paese di Bergiola con uno sviluppo complessivo di m. 1200. Inoltre la ditta ha scritto sul Tirreno del 28 marzo 2018 “tranquillizziamo sia gli abitanti del Fornello sia i soci delle associazioni Cai, Grig, Italia Nostra e Legambiente: non serve che il sindaco Alessandro Volpi, come hanno chiesto nell’articolo pubblicato ieri, pretenda rassicurazioni dal primo cittadino di Carrara affinché nessun camion della cava Fossa Combratta (Bergiola Foscalina) scenda dal versante di Massa attraversando l’abitato di Fornello del Cartaro”.

In questo caso la dittà è stata clamorosamente smentita, sia dalle foto dei blocchi di marmo posti sul sentiero a monte della cava, nella direzione che va verso Massa, sia dal recente intervento dei Forestali che hanno sequestrato un collegamento camionabile abusivo nel Parco delle Apuane, tra Fossa Combratta e le cave Rocchetta.

AFFERMIAMO CON CONVINZIONE CHE LA STRADA DI BERGIOLA NON È CONFORME AL PASSAGGIO DEI CAMION E CHE IL FRANZONI, IN ASSENZA DI AUTORIZZAZIONI, HA PREDISPOSTO UNA NUOVA VIABILITÀ PER SCENDERE DA MASSA.

A questo proposito ci uniamo alle associazioni ambientaliste e chiediamo ulteriori rassicurazioni, che nessun permesso venga rilasciato per l’apertura di una nuova camionabile sul tracciato del sentiero in area boscata!

 

I DETRITI
C’è il rischio che la Ditta, come già accaduto per la vicina cava Rocchetta Caldia (Massa), accumuli i detriti nel ravaneto, e trasporti giù attraverso l’abitato (con tutti i problemi legati all’attraversamento dello stesso) solo i blocchi:

VISTO L’IMPONENTE SBANCAMENTO (58.000 MC) PREVISTO PER MOTIVI DI SICUREZZA, CON TAGLI NEL MONTE VERGINE, SI RISCHIA UN ACCUMULO DEL 100% DI DETRITO NEL SITO O RIPETUTI PASSAGGI (CIRCA 6.000 camion)ATTRAVERSO IL PAESE DI BERGIOLA.

Si legge nella documentazione della ditta, che c’è l’intenzione di costruire un muraglione di blocchi, a riempimento del quale potrebbe andare l’enorme quantità di detrito derivante dalla messa in sicurezza o una parte consistente della stessa, e sembra che sia il noto Lucio Boggi ad essere incaricato di realizzare tale operazioni… ricordiamo che ha del tempo libero dopo il sequestro della cava Vittoria…potrebbe aver trovato altri paradisi naturali da depredare (è il termine adatto data la contestazione ricevuta per aver estratto abusivamente 97.000 mc di monte Sagro)!

Non bisogna dimenticare che il ravaneto della cava in questione è lo stesso – indicato in foto – collassato nel 2012, che dopo essersi portato via centinaia di metri di bosco, ha devastato il negozio di souvenir di Danesi e il laboratorio dello scultore Del Sarto, per finire poi ad intasare il canale delle Canaglie e recare danni anche al centro storico di Carrara!

IL RUMORE
Nel progetto della ditta di Franzoni si afferma che nella classificazione acustica della zona vi è un errore e si chiede la correzione da zona III a zona VI (aree esclusivamente industriali). In realtà, essendo il paese di Bergiola a 1,200 km dalla cava,

NON È POSSIBILE CHE IL PIANO ACUSTICO COMUNALE PREVEDA UNA NUOVA ZONA INDUSTRIALE IN AREA PARCO, quindi la riapertura della cava non è autorizabile!

LE SORGENTI
l’Amministrazione Comunale e l’Arpat, devono ben valutare, i rischi per le due sorgenti sottostanti la cava – Combratta e Vecchia – captate a uso potabile, e gli studi presentati dalla ditta per garantire che non vi sia interferenza tra le operazioni di cava e le sorgenti sottostanti: infatti I RILEVAMENTI SONO STATI FATTI IN PERIODO DI SICCITÀ, E VENGONO SEGNALATI NEGLI STESSI VERBALI COME NON ATTENDIBILI !

Si sottolinea la NECESSITÀ DI PORRE UN VINCOLO DI SALVAGUARDIA IN QUESTO PERIODO PRECEDENTE ALL’APPROVAZIONE DEL PIANO ATTUATIVO DEL BACINO ESTRATTIVO PER EVITARE ALTRE “RIAPERTURE” INSOSTENIBILI!

Inviamo a quanti riteniamo organi “responsabili”.

Assemblea permanente Carrara
Assemblea permanente Carrara
Informazione, approfondimenti, e tutte le attività della cittadinanza riunita in Assemblea Permanente. Sempre e per sempre a difesa della città.
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