Lo scorso 8 novembre non è stato solo il giorno della “rabbia” post alluvione dei cittadini del comune di Carrara, che stufi dell’ennesimo disastro causato dalla sua amministrazione “interessata” e incompetente hanno manifestato il loro disappunto, additati addirittura come “facinorosi” e “violenti” dal sindaco e dalla giunta, nonché dalla quasi totalità della maggioranza.
Ma quel giorno è stata anche la scintilla di vita per una popolazione ormai addormentata e rassegnata da anni e anni di mala politica, di soprusi e di un boom inverso che ha portato una città – lustro e orgoglio nazionale – ad un centro di smistamento del marmo grezzo, conducendoci con passi da gigante verso il più totale degrado.
Ma dal suddetto giorno, che d’ora in poi chiameremo “Giorno della Collettività e della Partecipazione”, piano piano è nato e cresciuto qualcosa: persone molto diverse tra loro, per razza, ceto sociale, ideologia, ecc., si sono aggregate e nel tempo compattate in un fronte unito da un unico fondamentale obbiettivo, ossia quello della rinascita e ricrescita del territorio, della cultura, dell’arte, della vita sociale, e di tutti gli altri aspetti fondamentali nella vita di tutti i giorni.
Conoscenza, scambio reciproco di informazioni e pensieri, amicizia, crescita personale, sono tra le caratteristiche portanti che ci hanno contraddistinto in questi tre mesi. Giorno dopo giorno ci siamo uniti, magari con accese discussioni – ma sempre costruttive – organizzando conferenze, incontri e manifestazioni, al fine di coinvolgere e informare più persone possibile.
Finalmente, dopo un tempo immemorabile, la città aveva riacquistato un centro di aggregazione, un posto in cui riunirsi e parlare, di se stessi, della propria storia, delle proprie idee e proposte per la città e il futuro. Ma l’amministrazione, date le sue politiche pregresse che già ci avevano dimostrato quanto poco fosse incline al dialogo e alla partecipazione, ha deciso che tutto questo fosse troppo: troppo democratico, troppo partecipativo, troppo Bello! Quindi, con motivazioni assurde e pretestuose, interrompe questo filo conduttore.
Nel Giorno della Memoria, nel mentre l’amministrazione Carrarina era riunita in Comune a Massa, Zubbani impone lo sgombero del presidio in Sala di Rappresentanza alle sei del mattino, con un massiccio dispiegamento di forze dell’ordine. Quel 27 gennaio 2015 per loro rimarrà sempre il “Giorno della Vergogna”.
Nonostante ciò i cittadini, ormai “fratelli”, consapevoli e sinergici, continuano ad aggregarsi e discutere sotto al Comune, anche sfidando il freddo e le intemperie. In attesa che l’amministrazione liberi la Sala di Rappresentanza, chiusa per chissà quali verifiche e controlli ormai da giorni, restituendola alla cittadinanza. Inoltre possiamo sottolineare che non è nemmeno stato offerto un luogo alternativo. La passione e l’amore per ciò che facciamo d’ora in avanti ci guideranno, senza sosta e con fermezza, nel controllo delle amministrazioni, presenti e prossime, e nella ricerca, idealistica ma soprattutto concreta, di una città e un futuro migliori, in un vivo senso di benessere comune, partecipazione e attivo interesse.