Il grido di denuncia che accompagna – fin dalla sua nascita – l’azione dell’Assemblea Permanente contro questa Amministrazione e verso tutto il territorio di Carrara, continua.
Questa amministrazione ha da sempre sottovalutato le segnalazioni riguardo la presenza sul nostro territorio della malavita organizzata.
La sintesi del rapporto mafia in toscana della fondazione Caponnetto, presentata dal presidente del senato Piero Grasso, denuncia la presenza di ben 17 famiglie di stampo mafioso infiltrate nella provincia di Massa e Carrara.
Lo hanno ribadito presso il Presidio, nella sala di Rappresenta del comune di Carrara, gli incontri con Salvatore Calleri, presidente della fondazione Caponnetto, e Renato Scalia, ex agente della DIA. Durante questi incontri ci hanno confidato che prossimamente il nostro territorio sarà monitorato attentamente anche dall’Osservatorio Mediterraneo sulla Criminalità Organizzata e la Mafia.
In questo contesto, è davvero allarmante l’ultimo articolo di denuncia da parte della testata “Inchiostro Scomodo” con la quale stiamo collaborando, e che ringraziamo per l’apporto portato alla nostra azione.
E’ bene ricordare che se i fatti e i personaggi in cui si fa riferimento in questo articolo venissero confermati, ci troveremo di fronte ad uno scenario difficile da ignorare.
Di seguito riportiamo integralmente l’articolo della testata giornalistica Inchiostro Scomodo:
ESCLUSIVA CAVE: FINALE CON IL BOTTO!
“Nella mappatura di anomalie sul complesso mondo del lapideo (di Carrara) la nostra curiosità si sofferma su una società: la “Carullo Scavi Srl”. Perché? Per capire bisogna fare un passo indietro soffermandoci su un’altra ditta: la “Escavazioni Apuane Srl”. Andando a verificare vari fascicoli ci imbattiamo in un documento della Provincia di Massa-Carrara:
“PROVINCIA DI MASSA-CARRARA
SETTORE/STAFF Settore Ambiente – Energia
DETERMINAZIONE n. 4610 DEL 20/12/2011
OGGETTO: Voltura a favore della ditta CARULLO LAVORI S.R.L. dell’autorizzazione ex art. 208 comma 15 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. rilasciata ad Escavazioni Apuane S.r.l. con D.D. n. 8767 del 22/12/2008 e già volturata alla ditta REB S.r.l con D.D. n. 3025 del 22/07/2010.”
La “Carullo Lavori Srl” risulta essere di Salvatore Carullo. Domandiamo: Salvatore è un parente di Nazzareno Antonino Carullo della “Toscani Scavi”?
Di quest’ultima ne abbiamo già parlato in altri articoli perché accusata all’epoca di essere coinvolta in una serie di operazioni poco chiare, una di queste consisteva in una evasione fiscale. Tre sono le società ispezionate dalla Guardia di Finanza, tutte riconducibili a Carullo. Le fiamme gialle tramite accertamenti sulla posizione fiscale delle società, hanno appurato maxi evasione per sette milioni di euro. Il settore interessato era movimento terra e trasporto inerti collegato alle cave di Carrara. Questo personaggio lo ritroviamo in un altro scandalo locale in cui viene coinvolta la sua ditta “Toscana Scavi”. Una raffica di accuse tutte gravissime: traffico illegale di rifiuti, disastro ambientale, corruzione, associazione a delinquere. I numeri confermano l’estensione della rete affaristica: 31 arresti, 68 indagati, 120 perquisizioni e 200 sequestri. Le aziende nella lista sono dodici. Pensavate a condanne esemplari? Macché tutto archiviato. Il gip di Massa Giovanni Sgambati ( che ritroveremo nelle prossime inchieste) ha disposto l’archiviazione del procedimento penale per: Ernesto Ligutti, Giuseppe Marrani, Claudio Baccicalupi, Rosanna Galleni (del Comune di Carrara); Andrea Arrighi, Chiara Marsili, (dipendenti di Ema); Gino Biancardi, (dipendente Abc Ambiente); Laura Gianfranceschi, (addetta Laboratorio Lac); Nazzareno Antonino Carullo, titolare di Toscana Scavi; Fabrizio Moretti, e socio amministratore della Livelli di Beverino.
Brutto affare!
Altro interrogativo da porre agli inquirenti: chi controllava la “Escavazioni Apuane Srl”? Nazzareno Carullo? Il dubbio nasce perché in un altro documento del Tribunale di Massa Carrara si legge:
“Tribunale di Massa
Esecuzione immobiliare promossa da Unicredit Spa contro Carullo Nazzareno Antonino”.
A pagina 6 dello stesso documento troviamo una importante informazione:
“… di atto pubblico notarile redatto … per ipoteca volontaria derivante da costituzione di ipoteca a favore di (omissis) contro Carullo Nazzareno Antonino in qualità di terzo datore di ipoteca ed Escavazioni Apuane srl in qualità di debitore non datore di ipoteca”
Esiste allora un legame?
Pare che la “Carullo Lavori Srl” abbia eseguito dei lavori, scusate il gioco di parole, anche nel nostro porto. Se i due imprenditori fossero imparentati non sarebbe il caso di fare maggiori controlli? Questo passaggio pone l’interrogativo se esista o meno il reale pericolo che soggetti “sotto attenzione” abbiano ceduto le loro attività a prestanome (parenti e soci) per poter proseguire il loro intento senza impedimenti o interventi da parte degli inquirenti. Siamo certi che non è questo il caso, però un controllo…
Un ultimo dettaglio da approfondire. Nello scandalo sui rifiuti oltre alla “Toscani Scavi” risulta, tra le altre, coinvolta anche la “Ligure Asfalti” di Sarzana. Un passaggio importante sarebbe quello di capire se è la stessa di Massimiliano Pangallo:
“E da qui passiamo ad un’altra storia che riguarda i PANGALLO e la “LIGURE ASFALTI” e che ci sposta nel territorio della Toscana ed indietro di qualche anno…
E’ il 2005 ed a Massa scatta una maxi inchiesta relativa ai rifiuti. Un inchiesta che, per quanto pubblicamente emerse e per quanto qui ci interessa, coinvolgeva la “LIGURE ASFALTI”. Non da sola, ovviamente. Erano decine e decine gli indagati, per l’esattezza 68. Tra questi, ad esempio, un tecnico dell’ARPAT, BERTOLINI Marco. Scriveva “Il Tirreno”: “Bertolini dovrà chiarire soprattutto la sua posizione rispetto al cantiere di Colonnata della Ligure Asfalti srl di Sarzana. Secondo gli inquirenti, avrebbe tenuto un comportamento omissivo, nel senso che – sempre secondo l’accusa, che è tutta da dimostrare – non avrebbe proceduto, pur essendo venuto a conoscenza di fatti ritenuti illeciti in merito allo smaltimento dei rifiuti, in particolare lo stoccaggio non autorizzato. Bertolini è l’unico in carcere dell’Arpat, ma sotto inchiesta ci sono” (da Casa della Legalità)
Ora, bisognerebbe verificare se la “Ligure Asfalti” è realmente collegata con una agenzia immobiliare: “La Immobiliare il Sole Srl”. Questa avrebbe realizzato diversi affari con i Romeo di Sarzana (nulla di male ma alcuni Romeo sono imparentati con gli stessi che la Dia definisce capi del locale di Sarzana della ‘ndrangheta). Anche in questa circostanza sarebbe opportuno che gli organi competenti procedessero ad una verifica.
“…emergeva un altro “particolare”: la IMMOBILIARE IL SOLE SRL è “cessata”, come denunciava pubblicamente il Comitato “Sarzana che Botta”, “entrata nel concordato preventivo della LIGURE ASFALTI, capofila del gruppo.” (Casa.della Legalità).
FINALE CON IL BOTTO! Ricordate Ceravolo Giuseppe e il suo mancato arresto nella zona di Massa? Si, proprio quello accusato di essere un boss ‘ndranghetista:
“Infine la Dia di Firenze ha registrato la partecipazione ai lavori (della strada dei marmi di carrara Nda) di una società riconducibile a Giuseppe Ceravolo, arrestato nel 2010 su disposizione del gip di Reggio per associazione mafiosa”. (Fatto Quotidiano).
Ma …
“Secondo l’accusa anche Ceravolo è coinvolto nel giro di affari della ndrangheta reggina che la Dda ha ribattezzato Nuovo potere, che sfocia anche in Svizzera. Le accuse sono di associazione a delinquere di tipo mafioso, tentato omicidio, estorsione e traffico di armi e stupefacenti. Le persone destinatarie dei provvedimenti restrittivi secondo gli inquirenti appartengono alle cosche Zavettieri e Pangallo-Maesano-Favasuli che hanno la loro zona d’influenza nei territori di Roccaforte del Greco e Roghudi (guarda caso luogo di origine dei Romeo N.d.a). Le indagini hanno preso spunto dal tentato omicidio, avvenuto l’8 aprile del 2004, di Teodoro Spanò, di 52 anni, legato alla cosca Pangallo-Maesano-Favasuli. Spanò si salvò grazie all’intervento di una pattuglia dei carabinieri. Il 28 settembre dello stesso anno fu ucciso Antonino Pangallo, personaggio di spicco dell’omonima cosca criminale.”
Il clan Romeo è sempre stato alleato con i Pangallo. Inquietanti riscontri. E’ solo una mera coincidenza che anche Massimiliano porti il cognome Pangallo, questo va precisato per dovere di cronaca.
Ma cosa c’entra tutto questo con Ceravolo? In una visura camerale si riscontra che Nazzareno Carullo ha cessato la carica di amministratore di una “Escavazioni Apuana Srl” subentrante Ceravolo Giuseppe. Nel 2010 è stata avviata la procedura fallimentare a cura del registro imprese di Reggio Calabria.
Ma stiamo parlando dello stesso Nazzareno Carullo e dello stesso Ceravolo Giuseppe? Domanda legittima che dobbiamo porre come giornalisti. La ditta in questione è la medesima segnalata dalla Dia per la strada del Marmo di Carrara?
Una nota positiva, “Inchiostro Scomodo” sta collaborando attivamente con un gruppo di ragazzi dell’assemblea permanente venutasi a formare a Carrara dopo i drammatici fatti dell’alluvione. Segno che qualcosa si muove…