CARRARA. Furbetti delle case popolari: la Procura di Massa apre un’indagine. E il procuratore capo Aldo Giubilaro usa parole dure: «Sono casi antipatici, odiosi. Si tratta purtroppo di un diffuso modo di arrangiarsi che sposta la linea rossa del lecito verso l’illecito».
Case popolari: parte l’indagine. Alloggi vuoti e tenuti chiusi per mesi. Anche per oltre un anno. Case assegnate alla madre o al padre che vengono tenute, e utilizzate come magazzini, dai figli che non riconsegnano le chiavi magari solo per non togliere mobili, armadi e vestiti accumulati. Proprio come in un garage: solo che si tratta di casa dove potrebbero abitare famiglie intere.E ancora. Appartamenti Erp in affitto a chi di case, magari ne ha già altre quattro (tutte di proprietà). O magari viaggia in Porsche e passa le vacanze di Natale ai Caraibi.
Le segnalazioni alla Guardia di Finanza negli ultimi mesi sono state parecchie. E 40 case sono state recuperate perché, come è stato dimostrato dagli accertamenti eseguiti nel corso di un mese di osservazione, hanno dato esito positivo. Hanno cioè attestato che quegli alloggi erano occupati da chi non ne aveva realmente bisogno. Oppure erano ormai vuoti ma tenuti chiusi.
Una situazione che ha richiamato l’attenzione della Procura che, adesso è pronta ad aprire un’indagine sui “furbetti delle case popolari”.
I casi eclatanti. Sono almeno cinque i casi eclatanti emersi nell’ambito degli accertamenti della Guardia di Finanza e i successivi controlli degli uffici comunali.
Da quello della giovane mamma che, dopo aver conosciuto un facoltoso imprenditore pratese su Facebook, e avere cambiato tenore di vita, con tanto di Porsche Cayenne parcheggiato in cortile e foto delle vacanze di Natale, ha riconsegnato le chiavi dell’alloggio popolare. Soprattutto dopo che era stata segnalata dai vicini la sua “bella vita” documentata sul social (con il nome di un’eroina Disney).
C’è stato poi il caso – sollevato dal Tirreno – della dentista, moglie di un funzionario comunale (il dirigente Marco Tonelli, ndr) che alla morte della madre ha tenuto per mesi le chiavi della casa, vuota, alla periferia della città. Per la libera professionista era partita la diffida da parte del Comune, ma, proprio nei giorni scorsi, con grande tempismo, c’è stata la consegna delle chiavi dell’alloggio. Dopo 16 mesi esatti.
Infine c’era la vicenda dell’operaio edile marocchino che nel suo paese aveva quattro case di proprietà, ma a Carrara viveva in un appartamento Erp da tredici anni. Per questo caso particolare l’amministrazione potrebbe far ricorso alla forza pubblica perché l’inquilino, nonostante la diffida, non ha ancora liberato la casa.
E infine c’è chi di alloggi Erp ne ha addirittura due: una assegnata a suo tempo, in cui vive, e una del padre defunto tenuta chiusa e adoperata come magazzino.
Il monito di Giubilaro: illegalità diffusa, qui manca l’etica. Il procuratore capo della Repubblica di Massa Carrara è abituato a parlare chiaro. E a essere, sempre, dalla parte della legalità.
Sulla vicenda dei “furbetti” della case popolari la Procura apre un’indagine. E il dottor Aldo Giubilaro questa volta si sbilancia.
«È una vicenda particolare che rispecchia il modo diffuso di arrangiarsi anche nella legalità – dichiara il procuratore – Non è l’importo indebitamente lucrato da queste persone, ma il metodo adottato, quello che fa venire meno il senso civico. Ma anche il senso etico».
«È una linea rossa, un’asticella, quella fra la legalità e l’illegalità che viene rimossa un po’ alla volta in un modo vergognoso – continua Aldo Giubilaro – E su queste vicende è giusto che ci siano le segnalazioni, sono proprio queste che arrivano dai cittadini che attestano il senso civico, la moralità che viene meno negli altri casi».