Nuovo filone di inchiesta: la Procura contesta il concorso in bancarotta fraudolenta e l’omissione di controllo.(da: Il Tirreno)
MASSA. La procura aggiunge un nuovo tassello: prima ha puntato la lente di ingrandimento sui rapporti tra Cermec e il suo socio-fornitore Delca, poi ha passato al setaccio tutte le fasi che hanno visto impegnati proprio Cermec e Delca nella creazione della società ErreErre e nella costruzione di un impianto di bricchettaggio.
Ora guarda alle modalità con cui quella stessa società è fallita e ipotizza il reato di bancarotta fraudolenta. Sono 11 le persone iscritte nel registro degli indagati.
Quattro di loro, come anticipato dal Tirreno, sono i sindaci revisori Cesare Carmassi, Marco Luigi Zoppi, Giorgio Dell’Amico (non Cesare come scritto in precedenza) e Gianluca Musetti. Ma l’avvio di conclusioni indagini è stato notificato anche ad altre sette persone. E di quelle sette, quattro sono già a processo per il filone che riguarda la creazione dell’impianto ErreErre: si tratta di Domenico Del Carlo, legale rappresentante di Delca, Roberto Vaira, presidente poi direttore di Cermec, Luciano Bertoneri, presidente di Erre Erre dal 2007 al 2010, Augusto Cardinotti, ex componente del cda di Erre Erre. Nel registro degli indagati per il fallimento sono finiti però anche Roberto Borghini e Alessandro Nicodemi, entrambi membri del consiglio di amministrazione della società e Fausto Giannoni.
Rossella Soffio, il sostituto procuratore titolare dell’inchiesta, ipotizza per gli undici il concorso in bancarotta fraudolenta seppur con profili diversi e di diversa gravità; ai sindaci revisori contesta, in particolare, un omesso controllo, una mancata sorveglianza – per chiarire – che avrebbe impedito di evidenziare quanto stava accadendo, quindi di evitare il fallimento.
Fallimento che infatti arriva: la società non ha più capitale, i creditori si fanno avanti, a colpi di decreti ingiuntivi, partono anche i pignoramenti, viene fissata l’asta per il 2 maggio del 2011.In tre lotti, vanno in vendita pezzi importanti dell’impianto (ad acquistarli è un unico soggetto), ma qualcuno presenta istanza di fallimento e a luglio dello stesso anno Carlo Mattugini, giudice dell’esecuzioni mobiliari, decide di non dare esecutività all’asta e di non consegnare i beni a chi se li è aggiudicati, facendoli confluire nel patrimonio fallimentare. Ma sul fallimento la procura ci vuol vedere chiaro, apre un fascicolo e nei giorni scorsi notifica agli 11 indagati l’avviso di conclusioni indagini. Ma questo è solo un pezzetto della complessa vicenda Cermec- ErreErre.
Cermec – per ripercorrere la tappe salienti – è la società pubblica che si occupa di smaltire rifiuti (soci il Comune di Massa 48%, quello di Carrara 47%, la Provincia 5%). La prima indagine aperta “studia” i rapporti tra Cermec, appunto, e il suo socio Delca: con l’accusa di «dichiarazione fraudolenta mediante fatture», «dichiarazione infedele» e «omesso versamento dell’Iva» vanno a processo Roberto Vaira e Luciano Bertoneri (su questo procedimento incombe la prescrizione). L’accusa ipotizza reati tributari inerenti false fatturazioni per 16,5 milioni di euro e conseguente – ingiustificata – detrazione dell’Iva per 3,7 milioni.
Ma Delca non è solo fornitore del Cermec, diventa anche suo socio nella creazione di ErreErre, l’impianto che, trasformando il residuo solido in combustibile, dovrebbe chiudere il ciclo dei rifiuti in provincia. Sulla costruzione di quell’impianto, distrutto in parte da un incendio doloso nel 2011, la Procura indaga. E si arriva al processo con 16 persone alla sbarra, con accuse che vanno dalla corruzione alla truffa, dal falso all’abuso d’ufficio.
Per un altro filone sul fallimento di ErreErre, nello scorso febbraio, la procura ha chiesto una proroga, ma ad oggi non risulta che sia stato notificato l’avviso di chiusura indagine. In ultima, questa nuova inchiesta in cui si ipotizza la bancarotta fraudolenta.