Nel 2012 si è chiuso il primo triennio di monitoraggio dei corpi idrici ai sensi della Direttiva Europea 2000/60, recepita in Italia con il D.Lgs 152/06 e il D.M. attuativo 260/2010. Per una migliore caratterizzazione della rete di monitoraggio è stato definito uno stato ecologico unico per il triennio derivante dal risultato peggiore ottenuto nei tre anni. Lo stesso è stato fatto per lo stato chimico. Il 29% dei punti monitorati risultava in uno stato ecologico buono, il 27% sufficiente e il 23% scarso. Le due categorie agli estremi, elevato e cattivo, raggiungevano basse percentuali.
Dal 2013 è in corso un nuovo triennio di monitoraggio, del quale sono disponibili solo alcuni risultati provvisori.
Lo stato chimico, che tiene conto delle concentrazioni medie di sostanze pericolose di tab 1/A del DM 260/2010, non viene calcolato per tutti i punti di monitoraggio: le sostanze pericolose vengono ricercate nei punti in cui l’analisi del rischio ha evidenziato particolari pressioni. Questa è la ragione per cui viene rilevato su un numero di stazioni di campionamento inferiore rispetto allo stato ecologico.
Per approfondire questo tema è possibile consultare le pagine sulle acque interne. Estratto dall’annuario dei dati ambientali 2014.