11 favorevoli, 2 contrari ed 8 astenuti, fra cui il sig. Zubbani (in quanto indagato). Questo è il risultato della votazione tenutasi questa mattina in Consiglio Comunale in merito all’approvazione della Carta di Avviso Pubblico, documento etico e morale che traccia le regole per una politica che dimori nella legalità. I Consiglieri, attraverso la votazione, impegnano la Giunta a sottoscrivere il documento, rimandando la decisione ad una scelta di valutazione personale. Un esempio concreto e tangibile di come, grazie alla partecipazione attiva della cittadinanza alla cosa pubblica, una proposta dell’opposizione trovi ampio accoglimento.
La Carta di Pisa, oggi carta di Avviso Pubblico, era uno degli obbiettivi che l’Assemblea Permanente si pose fin dai primi giorni, al fine di scardinare un sistema politico obsoleto ed ambiguo nel quale organizzazioni criminose trovano terreno fertile. Un ambiente nel quale operare a discapito della città e spesso – vedi l’ultima alluvione – con ricadute gravi sui suoi cittadini.
Resta solo da comprendere quanto la volontà di recepire un così importante esempio di etica e responsabilità politica sia da ridurre alla coscienza dei singoli consiglieri, o si possa estendere alla nascita di una normativa che – in quanto tale – sia inserita nello statuto comunale.
Se da una parte però ci avviciniamo ad un risultato importante, dall’altra le modalità con cui si è svolto questo consiglio ci lasciamo profondamente turbati. Ieri mattina la ferita maggiore è stata inflitta alla democrazia e ai cittadini carraresi che hanno a cuore la gestione del loro territorio e la politica della propria città. Calendarizzare il Consiglio Comunale in orario mattutino è stata una subdola mossa per chiudere la porta in faccia all’interesse pubblico dato che in quella fascia oraria la maggior parte dei cittadini sono impossibilitati a partecipare per motivi di lavoro. A nostro avviso questa scelta è finalizzata a chiudere le possibilità di partecipazione consentendo così a giunta e maggioranza di tornare, per così dire, a “lavorare” per conto loro, senza curarsi minimamente che in quella sala si decide per Carrara e i suoi abitanti, intorbidendo dunque quella trasparenza che tanto vantano.
A riprova di ciò vi è anche la decisione di spostare gli interventi dei cittadini nella parte finale del Consiglio Comunale, lasciando così briciole di spazio alle tematiche che dovrebbero avere scena centrale in quanto sono testimonianza diretta di quella parte viva della città, che sente la necessità di partecipare controllando l’Amministrazione e interagendo nelle sedi istituzionali.
L’Amministrazione però, nostro malgrado, conferma il suo completo disinteresse.