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CAVA 76, IL NOSTRO CORDOGLIO LO ESPRIMIAMO COSÌ

Nella cava 76 la CMV marmi srl non avrebbe dovuto esserci: mai pagati i canoni della Fiordichiara srl. Era insolvente, e l'attività doveva essere sospesa da anni.

Carrara è stanca di vedere il marmo tinto di rosso. Lo sono i cittadini e lo è la montagna. E la cava 76 ne ha dato l’ennesimo segnale.
Avendo il dovere di non tacere, metteremo dunque in fila gli eventi.

Bisogna partire da lontano, ma non vi sono grandi dinamiche da comprendere. Sono sempre le stesse che si sono ripetute piu volte nelle ere Zubbani. Idem per gli “attori” che si sono messi in luce per le vicende nebulose a cui hanno dato vita.
E per le quali oggi la cittadinanza paga un prezzo insostenibile.

L’11 febbraio 2009 il Comune di Carrara avvia la procedura – come da Regolamento – per far decadere le concessioni e quindi sospendere le attività. Bravi, starete pensando.
Il 4 Marzo 2009 però lo stesso Comune revoca il procedimento avviato: il concessionario versa una miseria rispetto al debito maturato, ma gli viene concesso di continuare le attività.
In barba alle regole, in barba a tutti i cittadini.

Saltiamo all’8 febbraio 2013, quattro anni più tardi. Davide Montefiori con la sua Fiordichiara srl ha ormai accumulato un debito verso il Comune di circa 900mila Euro. Ed essendo prossimo al fallimento con più di 7,5 milioni di Euro di debiti, decide di cedere la sua concessione all’escavazione della stessa cava 76, la Fiordichiara B. Questo agro marmifero nel cuore delle Alpi Apuane è in galleria, nella parte alta del Bacino di Fantiscritti.
E questa cessione va a beneficio della zelante CMV marmi srl di Alessandro Macchione.

Macchione si impegna a rilevare anche i debiti milionari e far fronte al debito maturato nei confronti del Comune di Carrara. Questo passaggio però è negato dal Regolamento (con l’aggravante che si parla di cifre enormi, ndr).
Ma il Comune – contravvenendo alla Legge – concede ugualmente il passaggio delle autorizzazioni. Anche in presenza di morosità.

Passa appena un anno, e nel 2014 la GMV viene iscritta nell’elenco delle cave morose. Inoltre, viene aperto anche nei suoi confronti l‘iter di caducazione. Questo perché non erano stati pagati i debiti ereditati, come da accordi (illegali) presi.
Anzi, si erano generati nuovi debiti con la gestione attuale.

Si arriva al 2015. In quell’ultimo anno non è dato sapere cosa abbia fatto l’ex dirigente al marmo Marco Tonelli riguardo la GMV. La stessa però si mette in pari con le proprie rette, mantenendo inalterato il debito di 900mila euro nei confronti del Comune.
Il comune, a questo punto, dovrebbe muoversi su più fronti. Dovrebbe proseguire l’iter di caducazione e sospensione di attività, incassando la fideiussione per il restante debito. Oppure dovrebbe recuperare il credito in altro modo, come farebbe per ogni altro cittadino. Invece, decide di perdonare il calabrese Macchione (e tutti quelli che dietro lui si celano, ndr) sospendendo il procedimento avviato un anno prima.
Quali sono state le difficoltà (o le connivenze, ndr) che hanno reso questa procedura così complicata da attuare?

Non vi è pace per la nostra montagna che continua a mandare segnali, come quello di qualche anno prima. Un incidente nella stessa cava dove un’operaio perse una gamba. Stavolta sembra provarci in altro modo, mentre il tempo scorre. E mentre la galleria – che inizia nel bacino di Fantiscritti – si ingrandisce tanto da spuntare nel bacino di Torano, anch’esso già martoriato.

20 Febbraio 2016. Fiordichiara B finisce sotto sequestro per ordine della Procura e per mano della Guardia di Finanza.
L’ipotesi è che Alessandro Macchione e Davide Montefiori con l’aiuto di Giampiero Ciarleglio – fondatore della Marble&Stone di Londra – abbiano provato a fare il gioco delle tre carte. Ovvero, tentare di eludere il Fisco per 7,6 milioni di Euro e appropriarsi dei beni della Fiordichiara srl per un valore di 2,5 milioni di euro, a seguito del fallimento. Da qui la tesi della bancarotta fraudolenta ed il conseguente sequestro.

Dove gravitano certi personaggi (poco raccomandabili, ndr) le tempistiche sono sempre veloci nelle battute. E quella successiva al sequestro – avvenuto poco prima in pompa magna – è proprio il dissequestro del 10 Marzo 2016 ad opera del giudice Sgambati. Resta solido e intonso il debito di 900mila euro verso il Comune della GMV di Macchione.

Si dovrà attendere fino al 16 dicembre 2016 quando – a seguito della tardiva relazione del settore marmo del Comune pervenuta il 9 dicembre 2016 – si avvierà ancora una volta la “farsa” dell’avvio di procedimento di sospensione delle autorizzazioni della fiera che al mercato mio padre comprò…
E con delibera di Giunta n.651 del 16 dicembre 2016 si avvia un nuovo procedimento che risulta a carico di Salvadei Marida, Orsolini Roberta, MA.CI. corporation srl e ancora la CMV marmi srl per sospendere le attività e far decadere le concessioni sulla cava 76. Come si può leggere qua, tra l’altro.

Gli stessi uffici del settore marmo – che ci si domanda come abbiano potuto permettere tutto questo – si vedono arrivare in data 12 gennaio 2017 l’ennesima richiesta di sospensione del procedimento da parte della CMV, e di sospendere quindi la delibera 651/2016.
Il 12 gennaio 2017, giusto il giorno prima dell’udienza in tribunale a Massa per la stessa cava, fissata appunto al 13 gennaio 2017.
La CMV propone al Comune una fideiussione in garanzia, stipulata con la Insurance Company Nadejada AD, una compagnia assicurativa della Bulgaria che in quel periodo è sotto l’occhio dell’Istituto di Vigilanza bulgaro.

La CMV – come spiegherà poi l’ex dirigente Marco Tonelli in questo articolo – apre un contenzioso con il Comune, affermando che ormai i debiti erano andati ad Equitalia. E con questa vera e propria “scusa” chiede la sospensione del procedimento in corso.
E sempre il 12 gennaio 2017, l’ufficio marmo di Tonelli consiglierà dunque alla Giunta Zubbani di sospendere ancora una volta la procedura.
Il risultato è il lasciar lavorare la cava 76 Fiordichiara B fino all’osso, fino alle tragedie.
E tutto, solo per evitare eventuali cause civili.
Delle due, l’una: o l’ufficio marmo non ci aveva capito un cazzo, o c’è dell’altro.

Marco Tonelli

Un piccolo appunto su Marco Tonelli. L’ex dirigente ed ex city manager di Carrara, è oggi un neo condannato. Ma non per motivi affini a quanto sopra, bensì per aggressione e percosse nei confronti di un cittadino.
La colpa di costui? Chiedere conto nel Consiglio Comunale del 6 novembre 2014 (il giorno dopo l’ultima alluvione di Carrara, ndr) sul perché il Tonelli continuasse ad ignorare il lavoro svolto da una CTU del tribunale di Massa.
Questa consulenza faceva parte di un’inchiesta che indicava nei ravaneti e nella gestione scellerata del settore marmo, le concause dimostrate dell’alluvione del 2003 a Carrara.
Una vergogna finita a tarallucci e vino grazie solo alla prescrizione per più di 40 indagati, che hanno scampato così la probabile condanna per omicidio colposo.
E Tonelli è lo stesso che – a fronte della richiesta della nuova Amministrazione di accedere ai dati in suo possesso – pare abbia risposto testualmente “da me non avrete mai niente, dovrete passare prima sul mio corpo“.
Un filibustiere arrogante che è costato ai carraresi fior di quattrini, e non solo quelli.

Tornando alla cava 76, si va al 3 Febbraio 2017. Mentre il Comune non si è ancora espresso sulla richiesta di interruzione del procedimento presentato da Macchione, l’Istituto di Vigilanza dirama un bollettino in cui rende noto ai soggetti interessati che lo stato della compagnia assicurativa scelta dalla CMV è in deficit.
Quindi inaffidabile.

Il 27 febbraio 2017 – durante un consiglio comunale – vengono presentante delle mozioni proprio su questo tema (in allegato il verbale con le dichiarazioni). L’attuale vice sindaco Matteo Martinelli dovrebbe conoscere la vicenda, resa nota con l’intervento di Claudia Bienaimè nello stesso consiglio. Al termine del verbale vi sono anche le giustificazioni e le rassicurazioni del Sindaco Zubbani.
Ricordiamo ancora che in quel momento – e dopo 6 anni – il Macchione ha un chiodo di quasi un milione di Euro con Carrara, e ancora non gli avevano tolto le concessioni.

Con tutte queste avvisaglie ci si aspetta che finalmente venga revocata l’autorizzazione a scavare. Invece la Giunta Zubbani, dimostrando di non averci capito un cazzo nemmeno lei, avvalla il piano di rateizzo del debito il 14 aprile 2017. Come suggerito dall’allora dirigente al marmo Antonino Criscuolo, dato il parere positivo da lui posto.

È noto il detto “finché non ci scappa la disgrazia, non si interviene”.
Che dire? Speriamo almeno che quella di ieri sia l’ultima.

Non tutti capiranno il nostro modo di esprimere la nostra vicinanza a chi viene colpito da queste situazioni. Ma ci sentiamo in difetto per aver taciuto troppo a lungo e non vogliamo più sentirci responsabili.
Voci di galleria riportano che sarebbero caduti dei massi a seguito di un distacco, e che sia stata “inscenata” la storia della movimentazione della pala in retromarcia.
Noi vogliamo credere che quanto emerso ufficialmente sia solo la verità.

Sembrerebbe, addirittura, che la ditta non fosse nemmeno iscritta al fondo Marmo. Che intervengano dunque tutti gli enti preposti, anche quelli che ieri hanno fatto la sfilata con il loro caschetto in testa.
Ci riferiamo ai rappresentanti dei sindacati locali, sempre in prima linea a fare interviste.
Ci riferiamo a Cosimo Maria Ferri, che sembra viva a Carrara ed è sempre puntualissimo sui media…Ma soltanto lì.
E ci riferiamo a Maura Pellegri, e a lei domandiamo serenamente se la notte riesce a dormire.

Con il timore di conoscere già la risposta.

 

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